Alitalia, il tempo stringe: molti i nodi da sciogliere entro la scadenza del 15 ottobre
L’affaire Alitalia resta al centro dei riflettori, con il Governo che prova a chiudere il dossier entro il 15 ottobre, giorno in cui scade il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l’ex compagnia di bandiera italiana. Tra le fila dell’esecutivo giallo-rosso a crederci maggiormente è il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.
Le parole di Patuanelli
“Ci sono le condizioni affinché entro il 15 di ottobre possa giungere una proposta vincolante da parte del consorzio acquirente“, scrive Patuanelli, in una nota ufficiale diramata ieri sera al termine dell’incontro con i commissari straordinari del vettore (Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo), dopo averne esaminato la situazione complessiva.
E il ministro avverte: “Il fatto che ancora non si arrivi ad una conclusione della trattativa e che si ricorra a retroscena a mezzo stampa da parte di alcuni partecipanti al consorzio, ci induce a pensare che ci siano altre motivazioni che sottendono le decisioni dirimenti. Motivazioni che non sono ascrivibili ai dossier trattati presso il ministero dello Sviluppo Economico” e sottolinea che “quella su Alitalia è stata infatti sin dal principio un’operazione di mercato per rilanciare la compagnia e nulla hanno a che fare con essa altre rivendicazioni. È bene ricordare anche che il compito del Ministero è quello di vigilare sull’operato della struttura commissariale, non quello di indirizzare le trattative”. In questo quadro, conclude Patuanelli, auspichiamo responsabilità da parte di tutti e celerità nelle decisioni, vista la scadenza non derogabile del 15 ottobre.
Secondo quanto riportato da “Il Corriere” ci potrebbe, tuttavia, essere una ulteriore mini proroga perché ci sarebbero diversi punti da chiarire fra i quali la quota di Delta che gli italiani vorrebbero portare al 15-20%, il prestito ponte da parte del governo di 250 milioni di euro che dovrà essere approvato dalla Unione europea.
I nodi da districare
Insomma, nonostante la volontà dell’esecutivo e le parole di Patuanelli la situazione resta ancora complicata, con diversi nodi da sciogliere. A cominciare proprio dalle divergenze tra Ferrovie dello Stato (Fs) e Atlantia sul piano di rilancio di Alitalia. Nei giorni scorsi il gruppo che parte della holding dei Benetton ha inviato una lettera all’esecutivo in cui sarebbe detta pronta a sfilarsi dall’operazione, lasciando ‘zoppo’ il consorzio formato da Fs e dalla compagnia americana Delta. Il tutto si intreccia con il tema delle concessioni autostradali di Aspi. Sempre secondo indiscrezioni stampa, sempre ieri si sarebbe tenuto ieri un incontro tra il premier Giuseppe Conte e Atlantia, che sarebbe stato definito ‘interlocutorio’.
L’ipotesi Toto
Il condizionale resta d’obbligo su tutti i fronti. Secondo quanto riportato da “La Stampa” si potrebbe profilare una alternativa anche ad Atlantia: si tratta del gruppo Toto, a suo tempo sollecitato dall’allora vicepremier Luigi Di Maio. Bocche cucite dall’azienda guidata da Carlo Toto. “A quello che si apprende, i collaboratori dell’imprenditore abruzzese sospettano che la chiamata alle armi per Alitalia sia soprattutto una mossa tattica per mettere paura alla società dei Benetton”, scrive il quotidiano torinese.
Intanto il Mef starebbe preparando un prestito da almeno 250 milioni per rafforzare la cassa della compagnia aerea. Il prestito potrebbe arrivare insieme alla proposta vincolante così da non sollevare i dubbi della Commissione europea.