Alitalia, Ryanair: probabile break-up, noi vogliamo flotta. Franceschini: spezzatino errore gravissimo
Ryanair si fa ufficialmente avanti e conferma il suo interesse per Alitalia. Lo fa tramite l’amministratore delegato Michael O’Leary che, in una conferenza stampa a Londra, spiega le sue mire sulla compagnia aerea italiana. Facendo rabbrividire anche tutti coloro che temono che Alitalia, alla fine, sarà liquidata a pezzi.
“Per Alitalia è probabile uno spezzatino“, dice infatti il dirigente della compagnia aerea irlandese. Non passano molte ore prima della reazione dei primi ministri del governo Gentiloni.
Così Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo: “Lo spezzatino di Alitalia sarebbe un errore gravissimo e lo dico da Ministro della Cultura e del Turismo, ribadendo la posizione più volte espressa dal governo”.
Franceschini continua, affermando che “Alitalia, al di là della proprietà, è comunque il primo pezzo di Italia che accoglie i visitatori in arrivo da ogni parte del mondo: gli aerei sono infatti il primo il luogo dove iniziare ad apprezzare il cibo, il cinema, l’arte, la bellezza e lo stile italiano. Ecco perché lo spezzatino di Alitalia sarebbe un errore gravissimo”.
Tra l’altro lo stesso ministro dei Trasporti Graziano Delrio aveva puntato più volte sulla necessità di vendere Alitalia in blocco. In una recente intervista, Delrio era tornato a dire, riferendosi al vettore, che “l’azienda è un valore per il Paese e ha ancora potenzialità di sviluppo, a patto che non venga frazionata e spezzettata“.
Insomma, aveva continuato, Alitalia “non può vendere rotte, assett e settore della manutenzione, ma va tenuta intera. Ha una massa critica che può consentire di recuperare gli squilibri”.
L’intero governo si era mostrato compatto nella decisione di promuovere la vendita dell’intera Alitalia. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda aveva per esempio sottolineato che la priorità era riuscire a trovare un acquirente che rilevasse Alitalia nella sua interezza.
E’ vero tuttavia che lo stesso Calenda, in occasione del meeting di Cl alla Fiera Rimini, nell’annunciare l’arrivo di offerte per Alitalia, aveva precisato che le proposte erano rivolte a una “fetta consistente degli asset”, con alcune orientate alla “gran parte del perimetro” altre a “perimetro più ristretto”.
Tornando a O’Leary, il ceo di Ryanair ha detto di essere interessato alla flotta di Alitalia e da Londra ha annunciato l’intenzione di presentare un’offerta per rilevare 90 aerei con marchio Alitalia, e lo staff esistente.
“Presenteremo un’offerta per i 90 aerei, inclusi i piloti, il personale di volo, le rotte etc”, ha precisato, mettendo dunque in evidenza come un eventuale accordo avrebbe per oggetto anche le rotte a lungo raggio.
“Credo che uno degli aspetti di Alitalia davvero attraenti sia la flotta dei voli a lungo raggio. Lì il potenziale di crescita è molto alto“.
O’Leary non ha escluso l’interesse per l’intera Alitalia – che dispone di 120 aerei circa – ma ha fatto notare che una transazione del genere verrebbe probabilmente bloccata dalle autorità di regolamentazione, in quanto Ryanair si troverebbe a quel punto a detenere il controllo di una quota del mercato italiano superiore al 50%.
“Ci piacerebbe molto acquistare Alitalia. Ma sospetto che..visto che siamo la compagnia aerea numero uno in Italia, saremmo bloccati dalle regole Ue sulla concorrenza”.
Le ultime indiscrezioni hanno parlato dell’interesse di Ryanair, ma anche di Lufthansa e easyJet per l’acquisizione degli asset di Alitalia. In tutto i candidati sarebbero una decina, ma la partita per rilevare la totalità degli asset o solo alcuni asset del vettore sarebbe tra le tre compagnie.
Codacons commenta in attesa di decisione TAR Alitalia
Così si legge nel comunicato diramato in giornata dal Codacons, che ha ricordato che “il TAR deciderà l’11 ottobre se bloccare il commissariamento e le nomine degli ex dirigenti della società Alitalia, dopo che la sospensiva è stata rinviata a quella data anche per un eventuale decisione in forma semplificata”.
E che presenta più di un interrogativo.
“Ecco gli interrogativi cui deve rispondere Alitalia, e ora anche il giudice delegato e il procuratore generale della Corte dei Conti:
- Come mai Alitalia e commissario straordinario del Governo sono costituiti con gli stessi avvocati nonostante l’evidente conflitto di interessi tra la società insolvente e il commissario liquidatore nominato dal governo?
- Come mai il commissario governativo di Alitalia non è difeso come previsto dalla legge dall’Avvocatura dello Stato ma da tre costosi avvocati, professori universitari, il cui costo ovviamente andrà a carico del passivo della società e renderà quindi ancora più difficile la cessione a eventuali acquirenti?
- Come mai non è stato inserito nelle condizioni di cessione a eventuali acquirenti l’obbligo di restituire i 600 milioni di soldi dei cittadini, prestati con un decreto legge ad hoc per mandarla avanti nonostante il disfacimento in atto, gli sprechi e la cattiva gestione dei precedenti amministratori (tra cui anche il professor Laghi, adesso è anche amministratore straordinario nominato dal governo)?
Il prossimo 11 ottobre il TAR darà risposta a questi interrogativi: se dovesse accogliere il ricorso del Codacons, per Alitalia potrebbe arrivare semplicemente la chiusura.