Aspettando COP26: l’ISEW, alternativa green al PIL per una crescita di qualità
L’andamento di un Paese si potrebbe misurare in una maniera alternativa e con criteri ben diversi da quelli utilizzati oggi per calcolare il PIL. Parliamo dell’ISEW, indice di benessere economico sostenibile, un indicatore economico che può dare la svolta green tanto auspicata per virare verso una crescita di qualità e che di sicuro sarà preso in esame alla COP26. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà da fine mese a Glasgow e potrebbe segnare uno snodo decisivo nell’agenda politica dei leader mondiali.
Il monito del Nobel
Un monito al riguardo nei giorni scorsi era arrivato da Giorgio Parisi, fresco vincitore del premio Nobel per la Fisica, che parlando all’Aula di Montecitorio aveva ricordato come “il prodotto interno lordo dei singoli Paesi sta alla base delle decisioni politiche, e la missione dei governi sembra essere di aumentare il Pil il più possibile, obbiettivo che è in profondo contrasto con l’arresto del cambiamento climatico. Il prodotto nazionale lordo non è una buona misura dell’economia. Cattura la quantità ma non la qualità della crescita. Sono stati proposti – ha ricordato il fisico – molti indici diversi, tra cui l’indice di sviluppo umano e l’indice di benessere economico sostenibile”.
L’indice alternativo al PIL
L’ISEW, per l’appunto, il quale piuttosto che sommare semplicemente tutte le spese come nel Pil, è impostato diversamente. Le spese per il consumo sono corrette tenendo conto di altri fattori come la distribuzione del reddito, il deperimento delle risorse naturali e le perdite economiche dovute al degradamento dell’ambiente; si valorizza, invece, il tempo libero inserendo un suo valore economico e un’approssimazione del valore del lavoro domestico non pagato. Le spese per la ricerca e lo sviluppo, per l’istruzione e per la sanità non pesano sul bilancio effettivo. Un indice pensato per poter misurare lo stato di una società non solo dal punto di vista economico, come fa il PIL, ma anche sociale e ambientale e corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità.
Il futuro più green
Oltre l’ISEW, come ricordava il premio Nobel Parisi, sarebbe opportuno tenere in considerazione anche l’indice di sviluppo umano. Un indicatore economico che viene calcolando sulla base della media geometrica di tre indici di base legati rispettivamente alla speranza di vita, al livello di istruzione e al reddito. Un altro valore che va nella direzione di comprendere il benessere del singolo individuo sotto diversi aspetti. Se i decisori politici basassero le proprie scelte su questi dati, si potrebbe senz’altro andare nella direzione di un futuro non solo più green ma anche più equo.