Assegno unico e universale per i figli: come funziona, chi ne ha diritto
Dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2021 l’assegno unico e universale per i figli a carico dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2021 della legge n. 46/2021 che delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi volti a “riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale”.
Assegno unico e universale: quali misure verranno soppresse
L’assegno sarà “universale” in quanto spettante a tutte le famiglie con figli, senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi, poiché il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore ISEE, ma avrà probabilmente una componente fissa e verrà assicurato per ogni figlio minorenne e per ogni nascituro dal settimo mese di gravidanza. L’assegno sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come per esempio il reddito di cittadinanza, e verrà riconosciuto sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta della somma dovuta.
La Fondazione studi dei Consulenti del lavoro ha così provveduto ad approfondire l’argomento precisando che l’assegno unico andrà a sostituire sei misure di sostegno come segue:
- assegno ai nuclei con almeno tre figli minori
- assegno di natalità
- premio alla nascita o adozione
- fondo di sostegno alla natalità.
Verranno gradualmente soppresse poi le detrazioni Irpef per figli a carico, l’assegno per il nucleo familiare, mentre le misure di sostegno escluse, che ammontano a circa 2 miliardi, sono i Bonus asili nido, i Congedi parentali e relative indennità, la Carta famiglia (attivata solo nel 2020) e il Fondo politiche per la famiglia (le cui risorse vengono utilizzate sia a livello centrale sia a livello locale). L’assegno unico coprirebbe, quindi, quasi tutte le misure esistenti ad oggi.
I beneficiari dell’assegno
L’assegno sarà destinato a tutte le famiglie, compresi i lavoratori autonomi. In particolare, potranno ricevere l’assegno unico i nuclei familiari con figli indipendentemente dal fatto che il genitore sia:
- lavoratore subordinato;
- lavoratore autonomo;
- percettore di misure di sostegno al reddito.
L’assegno è riconosciuto mensilmente per:
- ciascun figlio nascituro a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
- ciascun figlio minorenne a carico;
- ciascun figlio maggiorenne a carico e fino al compimento del ventunesimo anno di età purché frequenti un percorso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea, svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa limitata con reddito complessivo inferiore a un determinato importo annuale, sia registrato come soggetto disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro; svolga il servizio civile universale;
- ciascun figlio disabile anche dopo il compimento del ventunesimo anno di età, qualora risulti ancora a carico.
L’assegno è riconosciuto a entrambi i genitori, tra i quali viene ripartito in egual misura. In loro assenza spetta a chi esercita la responsabilità genitoriale. In caso di separazione legale ed effettiva, annullamento o divorzio l’assegno, se manca un accordo viene erogato al genitore affidatario. Nel caso di affidamento congiunto o condiviso, invece, l’assegno è ripartito in pari misura tra i genitori.
Vantaggi e svantaggi dell’assegno
Secondo l’Istat la riforma dell’assegno unico determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie, in particolare quelle dei lavoratori autonomi che oggi non percepiscono gli Anf e coloro che non raggiungono la soglia per la capienza delle detrazioni fiscali (redditi molto bassi e famiglie numerose). Per ben il 29,7% si avrebbe invece un peggioramento a livello di aiuti. In particolare risulterebbero danneggiati i nuclei familiari con figli over 21 a carico dei genitori che resterebbero esclusi sia dall’assegno unico che dalle attuali detrazioni, le famiglie particolarmente numerose dal momento che la scala di equivalenza dell’ISEE dal quarto figlio attribuisce valori in proporzione inferiori, nonché le coppie di fatto che oggi per il calcolo degli Anf possono computare il solo reddito del richiedente mentre passando all’ISEE dovranno considerare i redditi di entrambi i genitori.