Assicurazioni online: maxi truffa di polizze false. I consigli per non cascarci
Centinaia di italiani ignari di essere senza alcuna copertura assicurativa, ma anzi convinti di aver sottoscritto polizze vantaggiose per le proprie auto o moto e le proprie case. E’ la maxi truffa sulle assicurazioni online, scoperta dalla Guardia di Finanza con la collaborazione dell’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), che ha portato all’oscuramento di ben 222 siti.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Greco e coordinate dal Procuratore Aggiunto, Eugenio Fusco, e dal sostituto procuratore Christian Barilli, il meccanismo per trarre in inganno centinaia di utenti era sempre lo stesso: l’utilizzo indebito dei loghi ufficiali delle più note compagnie di assicurazione operanti in Italia e l’indicazione di un numero di iscrizione al Registro Unico degli Intermediari assicurativi, ovviamente falso. Difficile distinguerli da quelli veri, se non per il fatto che le polizze erano proposte a un prezzo più basso di quelle ufficiali. Non solo. Diversi, e poco ortodossi, i metodi di pagamento. Secondo quanto raccolto da Il Corriere della Sera, infatti, una volta accettato il contratto online, veniva chiesto di pagare con un bonifico bancario intestato a una persona fisica o ricaricando una carta di credito. Per emergere nelle ricerche, i truffatori usavano i servizi di indicizzazione a pagamento di Google.
Dei 222 siti oscurati, 49 erano in Italia, 55 tra Stati Uniti, Germania e Olanda. L’attività investigativa, ha permesso anche di identificare 74 persone fisiche e di eseguire perquisizioni nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili del reato di esercizio abusivo dell’attività di intermediazione assicurativa e truffa aggravata. I truffati già identificati sarebbero circa mille per una somma di 700mila euro, ma i numeri potrebbero aumentare.
Le conseguenze per i consumatori sono pesanti perché innanzitutto una polizza falsa è senza valore e non offre alcuna copertura. Inoltre espone il consumatore ad una perdita del proprio denaro e nel caso si sia contratta una polizza Rc auto falsa ad una multa salata e al sequestro del veicolo e al pagamento dei danni in caso di eventuale incidente stradale.
I consigli per non cascarci
Sulla scia di questa maxi truffa, Adiconsum ha stilato una mini guida su come stipulare l’assicurazione ed evitare così di cascare in possibile truffe. Innanzitutto, controllare sul sito dell’Ivass se l’impresa è ammessa a operare in Italia, consultando gli appositi elenchi. Sempre sul sito dell’istituto di vigilanza si trova anche il Registro unico degli intermediari assicurativi e l’Elenco degli intermediari dell’Unione Europea. E’ bene dare anche un occhio agli avvisi relativi ai casi di contraffazione, società non autorizzate e siti internet non conformi. Dopo questo controllo, attenzione al destinatario del pagamento e al tipo di pagamento richiesto. In particolare, diffidare se viene chiesto di effettuare il pagamento verso carte di credito ricaricabili o prepagate o servizi di trasferimento di denaro come Western Union o Money Gram. Questi pagamenti sono irregolari. E’ bene usare solo e soltanto strumenti che consentono di avere certezza della controparte e, anche, di poter eventualmente annullare il pagamento se necessario.
5 consigli per scovare false Rc auto e moto
Un altro breve vademecum in 5 punti su come scovare false polizze online, è stato stilato qualche mese fa da Facile.it, in particolare per quanto riguarda l’Rc auto e moto, che sono le polizze più soggette a questo tipo di truffe. Innanzitutto verificare le diverse offerte presenti sul mercato, rivolgersi solo e soltanto ad operatori autorizzati e se online verificare che l’indirizzo che appare nella barra di navigazione cominci con https – e non solo con http- indice di sicurezza tecnologica. Verificare sempre che l’impresa sia inserita nell’elenco delle compagnie autorizzate ad operare in Italia, disponibile sul sito dell’Ivass. Non utilizzare mai metodi di pagamento non tracciati e diffidare se l’invio dei documenti o le comunicazioni avvengono attraverso sistemi di messaggistica telefonica o sistemi poco convenzionali. (Per una versione più approfondita LEGGI QUI).