Atlantia, CdP dà ok a offerta dettagliata per Autostrade, confermata la forchetta di prezzo
Nuovo atto della saga CdP-Atlantia-Autostrade, con il cda di Cassa depositi e prestiti che ha appena dato l’autorizzazione a CdP Equity affinché presenti un’offerta dettagliata per acquisire l’88,06% di Autostrade per l’Italia (‘Aspi’) detenuto da Atlantia. Offerta dettagliata che non prevede alcuna variazione di prezzo e che sarà esaminata dal consiglio di amministrazione di Atlantia, convocato per la giornata di oggi.
La nota di CdP conferma le indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore: a lanciare l’offerta vincolante sarà una cordata, che vede la partecipazione della Cassa depositi e prestiti, affiancata dai due fondi Blackstone e Macquarie. Dalla nota emerge anche l’apertura all’ingresso, nella cordata, di investitori italiani:
“CDP Equity sarà il primo azionista con il 40% del veicolo attraverso cui sarà realizzato l’investimento (‘BidCo’) e nominerà Presidente e Amministratore Delegato di BidCo e di Aspi. L’operazione, inoltre, prevede il possibile ingresso di altri investitori italiani nella compagine azionaria di BidCo”, si legge nel comunicato, che precisa che “CDP Equity sarà affiancata da Blackstone Infrastructure Partners (‘Blackstone’) e Macquarie Infrastructure and Real Assets (‘Macquarie’), che inizialmente deterranno ciascuna il 30% di BidCo“.
Prevista anche la possibilità che il consorzio possa rilevare ben oltre la quota dell’88,06% di Atlantia in Autostrade, acquisendo il controllo del 100% di Autostrade: “qualora nell’ambito dell’operazione i soci di minoranza di Aspi preferiscano esercitare il diritto di co-vendita delle azioni di Aspi, è previsto che il Consorzio possa acquistare fino al 100% di Aspi”.
Per soci di minoranza si intendono gli azionisti Allianz, Silk Road ed Edf, che potrebbero decidere magari di smobilizzare la quota del 12% che detengono in Aspi. Nel comunicato CdP sottolinea come la cordata attuale composta da CDP Equity, Blackstone e Macquarie (‘Consorzio’), abbia compiuto “uno sforzo significativo” per redigere una nuova offerta, dopo che la precedente era stata rimandata al mittente. Motivo, come aveva spiegato Atlantia, la proposta era stata “non ancora conforme e idonea ad assicurare l’adeguata valorizzazione di mercato” di Autostrade.
A ostacolare l’accordo, insomma, era stato ancora il nodo del prezzo, attentamente monitorato ovviamente dagli azionisti di Atlantia, che di certo non sono d’accordo a svendere le loro quote in Autostrada alla cordata.
Eppure, nonostante questo “sforzo significativo per approfondire gli aspetti valutativi”, la proposta conferma per l’appunto “la forchetta di prezzo già indicata in precedenza”. La proposta che viene fatta è, si precisa, “un’offerta ancor più dettagliata che, se accolta, porterà all’individuazione di termini, condizioni e prezzo definitivi dell’operazione, a seguito di una due diligence di 10 settimane“.
Bisognerà vedere a questo punto come la prenderanno gli azionisti di Atlantia, holding della famiglia Benetton. In un articolo pubblicato nell’edizione odierna, il Sole 24 Ore ricorda che “il prezzo (offerto) è molto vicino ai 9 miliardi di euro. Quindi distante da quelle che sono le aspettative della società, in parte suffragate dalle valutazioni degli analisti, per i quali l’asset vale in media poco meno di 11 miliardi di euro, e da quanto stabilito dal socio Tci, ora azionista al 10% di Atlantia, e che l’estate scorsa ha più volte sottolineato come a suo parere Autostrade valga tra gli 11 e i 12 miliardi.”
Dal canto suo, Cassa depositi e prestiti scrive che “l’offerta oggi inviata si colloca nel solco di quanto prospettato da Atlantia e Aspi nella lettera al Governo del 14 luglio scorso ed è coerente con la mission di Cdp di sostenere stabilmente e nel lungo termine le infrastrutture strategiche”.