Atlantia consegna la ‘proposta irrinunciabile’, nodo discesa Benetton in Aspi. Decisione il 14
La decisione finale sulla revoca della concessione autostradale dovrebbe slittare al consiglio dei ministri di martedì prossimo, dopo un primo passaggio lunedì al MIT. Gli ultimi giorni hanno visto susseguirsi gli ultimatum del governo e il dossier Autostrade è ormai agli sgoccioli dopo quasi due anni di tira e molla sulla concessione.
Atlantia, che detiene il controllo dell’88% di Autostrade per l’Italia (ASPI) sta valutando la possibilità di andare incontro alle richieste del governo e presentare quella che il premier Conte ieri ha auspicato sia “una proposta irrinunciabile” e che vada nell’interesse pubblico.
Dalle ultime indicazioni stampa la holding della famiglia Benetton sarebbe pronta ad andare incontro alle richieste del governo con un calo dei pedaggi del 4-5% subito, che verrà man mano recuperato nel corso degli anni fino alla scadenza della concessione del 2038. Previsti poi ulteriori investimenti aggiuntivi ai 14,5 mld già annunciati. L’ultima proposta di Atlantia era di 3 mld e la nuova proposta potrebbe spingersi fino a 3,4-3,5 mld aggiuntivi.
Infine il nodo della discesa nel capitale di Autostrade. La via maestra sarebbe quella di un aumento di capitale che diluirebbe la quota di Atlantia. Secondo Il Corriere la quota scenderebbe dall’attuale 88% fino al 49% con Cassa Depositi e altri investitori che entrerebbero nel capitale. Sarà da sciogliere il nodo della valutazione di Autostrade.
Verso un compromesso per evitare una guerra costosa per tutti
Dietro ai ripetuti ultimatum e allo slittamento della decisione sembra emergere la voglia del governo di trovare una soluzione in esxtremis per evitare di trovarsi in una situazione difficile da gestire: infatti Autostrade senza concessione rischierebbe il fallimento e l’Anas sarebbe costretta a subentrare a una gestione che richiede miliardi di investimenti. Soprattutto in seno al Pd si sta tentando quindi di ricucire lo strappo e trovare un compromesso che eviti di creare ulteriori problemi di difficile risoluzione, oltre al rischio di un contenzionso miliardario. Di contro il M5S rimane duro nelle sue posizioni con il viceministro allo Sviluppo, Stefano Buffagni (M5S), che chiede l’uscita dei Benetton altrimenti la sua forza politica potrebbe addirittura lasciare il governo.
La situazione è quindi ancora tutta da definire e molto dipenderà da quello che ci sarà scritto nella lettera che oggi i vertici di Autostrade recapiteranno al governo.