Aumenta la spesa degli italiani per benzina e gasolio: 28,4 miliardi nei primi sei mesi
Cresce ancora la spesa degli italiani per benzina e gasolio auto, con effetti negativi non solo sulle tasche dei consumatori ma anche sulle immatricolazioni. Al giro di boa di metà anno le famiglie e le imprese italiane hanno già speso 28,4 miliardi di euro per acquistare benzina e gasolio auto. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, cioè rispetto al semestre gennaio-giugno 2017, la maggior spesa legata ai rifornimenti è stata di 1,6 miliardi. Questo tutt’altro che trascurabile maggior onere, spiega il Centro Studi Promotor che ha elaborato i dati sulla spesa, è dovuto in parte ad un aumento dei consumi (+1,7%), ma soprattutto all’incremento dei prezzi alla pompa.
Osservando l’andamento dei prezzi, il prezzo medio ponderato della benzina tra il primo semestre 2017 e il primo semestre 2018 è passato da 1,537 euro al litro a 1,583 euro con un incremento del 2,99%, mentre per il gasolio si è passati da 1,389 euro al litro a 1,459 euro con un incremento del 5,04%. La dinamica dei consumi, sommata a quella dei prezzi, ha portato vantaggi anche al Fisco in quanto il gettito su benzina e gasolio auto è aumentato di quasi mezzo miliardo (per l’esattezza 483 milioni). I maggiori beneficiari di questa situazione sono stati però l’industria petrolifera e le sue reti di distribuzione che hanno avuto un incremento di ricavi di 1,2 miliardi (+11,8%).
Effetto spesa sulle immatricolazioni
“La crescita dei prezzi dei carburanti e quindi della spesa degli italiani per l’auto – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – non influisce positivamente sulla domanda di autoveicoli tanto più che, sempre nel primo semestre 2018, secondo l’osservatorio Autopromotec, sono aumentati anche i prezzi delle autovetture nuove (+1,7%)”.
Il mercato italiano dell’auto dopo le crescite a due cifre del triennio 2015-2017 è entrato in fase di consolidamento dei livelli raggiunti in attesa di riprendere nel 2019 la via del recupero dei livelli ante-crisi. Ulteriori incrementi dei prezzi dei carburanti, secondo l’analisi di Quagliano, potrebbero rallentare il raggiungimento di questo obiettivo.