Aumento del petrolio: non solo caro-benzina, ecco le conseguenze sui mutui
La fiammata record del petrolio dei giorni scorsi sta già portando i suoi effetti. Alcune compagnie petrolifere hanno iniziato ad aumentare i listini praticati alla pompa, nonostante nelle ultime 24 ore le quotazioni del greggio abbiano registrato sensibili cali (-5,7% ieri) grazie alle rassicurazioni sulla produzione da parte dell’Arabia Saudita. “Oggi tutti i marchi di carburante applicano rincari dei prezzi – denuncia il Codacons – Aumenti che non trovano giustificazione alcuna, sia perché le quotazioni petrolifere stanno tornando alla normalità, sia perché il carburante venduto oggi ai distributori è stato acquistato mesi fa, quando ancora non si erano verificati tagli alla produzione”.
Ma non solo caro-benzina. Se la situazione sul petrolio dovesse tornare critica e l’aumento dei prezzi energetici proseguire nel lungo periodo, le ripercussioni potrebbero farsi vedere anche in settori apparentemente molto lontani, come quello dei mutui. Ecco come l’aumento del prezzo del greggio potrebbe riflettersi sui mutuatari e aspiranti tali, secondo l’analisi condotta da Facile.it e Mutui.it.
La domanda dei mutui potrebbe diminuire
Se il prezzo del petrolio rimanesse alto per molto tempo, ciò potrebbe determinare un aumento del costo di produzione e movimentazione delle merci, impattando sul potere d’acquisto e capacità di risparmio delle famiglie, così come rilevato da Coldiretti nei giorni scorsi (LEGGI QUI). Avere meno risorse da destinare anche a una rata mensile o all’acquisto di un immobile sono elementi che ovviamente incidono negativamente sulla domanda di mutui.
“È bene considerare che eventi di portata straordinaria come quello verificatosi pochi giorni fa hanno una correlazione, sia pur indiretta, con vari aspetti dell’economia familiare perché, alla lunga, potrebbero innescare reazioni a catena tali da condizionare le scelte fatte dai consumatori come, ad esempio, quella legata all’acquisto di una casa”, spiega Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it.
Sul fronte offerta, i tassi dei mutui potrebbero muoversi
Rispetto alle possibili conseguenze dal punto di vista dell’offerta dei mutui, sebbene nel breve periodo siano da escludere eventuali cambiamenti, alla lunga l’aumento dei prezzi del petrolio potrebbe mettere la Bce di fronte a una scelta importante, aprendo due scenari opposti.
Infatti, se a seguito del caro petrolio si verificasse un aumento dell’inflazione ritenuto positivo dalla Bce, ciò potrebbe spingere l’istituto centrale ad alleggerire le politiche adottate negli ultimi anni e far salire più rapidamente i tassi di interesse, che influenzano inevitabilmente IRS ed Euribor e quindi anche gli indici applicati ai mutui concessi alle famiglie per l’acquisto della casa.
È possibile però anche un altro scenario. Se la Bce dovesse ritenere che l’inflazione abbia creato un peggioramento delle condizioni generali e un impatto negativo sulla crescita europea, potrebbe invece decidere di allungare le politiche di stimolo monetario, mantenendo ancora più a lungo le condizioni estremamente vantaggiose sul fronte dei tassi. Un’opzione, quest’ultima, che farebbe felici sia coloro che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile, sia coloro che sono intenzionati a comprare casa e potrebbero contare su tassi molto favorevoli.