Aumento Iva: Italia la più tartassata d’Europa. Quanto peserà sulle tasche degli italiani?
Se il prossimo governo non riuscisse a recuperare 12,4 miliardi di euro entro la fine di quest’anno, scatteranno le clausole di salvaguardia e le aliquote Iva saranno ritoccate al rialzo. Dal prossimo 1 gennaio 2019 l’aliquota ordinaria potrebbe quindi passare dal 22 al 24,2 per cento, mentre quella ridotta potrebbe salire dal 10 all’11,5 per cento. Con l’aumento dell’Iva, i prezzi di una moltitudine di beni di largo consumo subiranno un rincaro e molti enti e associazione dei consumatori lanciano l’allarme su una possibile stangata per le tasche delle famiglie italiane con una conseguente frenata dei consumi e una batosta per l’economia italiana. Il Pil nazionale è infatti riconducibile ai consumi delle famiglie per il 60 per cento.
Come aumenteranno i prezzi, al Nord la stangata sarà maggiore che al Sud
I rincari dei prezzi riguarderanno i principali beni di consumo quotidiani. Costerà di più svegliarsi e fare colazione al bar o in casa, ma anche lavarsi il viso e i denti, prendere la macchina per andare a lavoro, mangiare un tramezzino al bar, andare dal parrucchiere o portare un abito in tintoria, pagare le bollette o trascorrere una serata al cinema o in pizzeria. Secondo il calcolo dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, con l’aumento dell’Iva ogni famiglia italiana subirà un incremento medio di imposta pari a 242 euro. Il rincaro sarà pari a 284 euro per famiglia al Nord, a 234 euro nel Centro e a 199 euro nel Mezzogiorno. Più preoccupanti le previsioni elaborate dal Codacons, secondo cui il passaggio dell’Iva dal 10% all’11,5%, e dal 22% al 24,2%, darà vita ad una stangata che, solo per i costi diretti, sarà di +791 euro annui a famiglia, aggravio che raggiungerà i +1000 euro annui a nucleo se si considerano anche i costi indiretti. L’incremento delle aliquote previsto per il 2019, dunque, potrebbe determinare una contrazione dei consumi da parte degli italiani per complessivi 25 miliardi di euro, secondo la simulazione Codacons.
Ecco nel dettaglio, come potrebbero aumentare i prezzi di alcuni beni a largo consumo:
L’Italia sarà il paese più tartassato dalle imposte indirette
Se non verrà disinnescato l’aumento, dal 2019 l’Italia sarà il paese con l’aliquota Iva ordinaria più elevata dell’area dell’euro. Dalla sua apparizione ad oggi sono trascorsi 45 anni. L’aliquota ordinaria dell’Iva, infatti, è stata introdotta per la prima volta nel 1973 e fino a quest’anno è aumentata 9 volte. Gli ultimi aumenti Iva risalgono al settembre 2011 (dal 20 al 21%) e al 2013 (dal 21 al 22%), con una maggiore spesa pari a +499 euro a famiglia su base annua. Il gettito per le casse dello Stato è risultato tuttavia inferiore alle aspettative, perché i consumatori hanno reagito al rincaro dei prezzi riducendo la spesa.
Tra i principali paesi della zona euro siamo quello in cui è cresciuta di più: ben 10 punti, un record, ovviamente, che nessuno ci invidia. Se nel 1973 l’aliquota era al 12 per cento, ora si attesta al 22 per cento, con un aumento di ben 10 punti. Seguono la Germania, con una variazione di +8 punti (era all’11 adesso si attesta al 19 per cento), l’Olanda, con un aumento di 5 punti (era al 16 oggi è al 21 per cento), l’Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati nel periodo preso in esame rispettivamente del +4% e del +3%. La Francia è l’unico paese presente in questa comparazione che non ha registrato alcun incremento.