Aziende: fallimenti ai minimi da 7 anni ma non in tutta Italia
Momento positivo per le aziende italiane che registrano procedure fallimentari ai minimi da sette anni. A dirlo è l’”Osservatorio fallimenti, procedure e chiusure di imprese” di Cerved, operatore italiano di analisi e gestione del rischio di credito e nella fornitura di soluzioni commerciali e marketing per le aziende, che ha analizzato i dati del primo semestre 2018.
Cala il numero dei fallimenti aziendali
Continua il trend positivo per le aziende italiane che registrano pochi fallimenti da sette anni a questa parte. E’ da undici trimestri consecutivi, quindi dalla fine del 2015 che continua il trend positivo per le aziende italiane. Sono 2.949 difatti le imprese che hanno portato i libri in Tribunale, un anno prima erano 3.236 (-8,9%). Complessivamente nella prima metà dell’anno sono fallite 5.964 società, il 5,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Ancora più sostenuto il calo dei default diversi dal fallimento, dice il rapporto Cerved. Tra gennaio e giugno sono state avviate 709 pratiche, un quinto in meno dell’anno precedente. Inversione di tendenza per le liquidazioni coatte amministrative (-18,9% su base annua), che erano risultate in crescita fino ai primi tre mesi dell’anno.
Aumenta il numero di liquidazione di società in bonis
Come contraltare il rapporto del Cerved evidenzia l’aumento numero di imprenditori che decide di liquidare volontariamente società in bonis cioè senza precedenti procedure concorsuali: nel primo semestre sono state 29.445, una cifra in aumento (+1,3% su base annua) che segna un’inversione di tendenza rispetto allo stesso periodo del 2017, quando le chiusure volontarie erano calate del 3,7%.
Miglioramenti sì ma a macchia di leopardo
“Nel secondo trimestre del 2018 è proseguito il miglioramento sul fronte delle chiusure aziendali, con i fallimenti che hanno raggiunto il minimo da sette anni a questa parte – conferma Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved – I miglioramenti sono diffusi a tutti i settori economici, ma non a tutta la Penisola: in alcune regioni, come Sicilia, Calabria e Lazio, la tendenza è negativa. L’aumento delle liquidazioni volontarie di imprese in bonis nella prima metà dell’anno potrebbe riflettere aspettative di profitto meno ottimistiche da parte degli imprenditori, coerenti con il rallentamento atteso della nostra economia”.
In alcune regioni difatti il miglioramento tarda a manifestarsi. Come ad esempio in Calabria, Lazio e Sicilia, in cui il numero dei fallimenti ha continuato ad aumentare nella prima parte del 2018, rimanendo a livelli doppi o comunque molto più elevati rispetto a quelli del 2008. Per quanto riguarda invece i settori produttivi, tutti sono in calo, così come tutte le tipologie di impresa, in particolare le società di persone (-13,5%), le imprese individuali e altre forme (-14,4%), meno le società di capitale (-2,7%), dove si concentra la maggioranza delle procedure fallimentari (4.541, circa tre quarti del totale). Il trend risulta particolarmente positivo nelle costruzioni (1.192 imprese fallite nel primo semestre, -7,2% sul 2017). Prosegue invece la fase positiva anche nell’industria che, con 835 fallimenti contro gli 885 dell’anno precedente (-5,6%), è al di sotto dei livelli pre-crisi.