Banche italiane di nuovo sotto stress, nuove regole Bce sui Npl sono un potenziale macigno
La stretta della Bce sui crediti deteriorati preoccupa non poco le banche italiane. Le nuove disposizioni annunciate dalla Bce dovrebbero entrare in vigore da gennaio 2018, con svalutazioni automatiche sui nuovi Npl, implicando una nuova stretta sui crediti deteriorati. La copertura totale sui crediti deteriorati non garantiti dovrà avvenire nell’arco di due anni, quella sui crediti garantiti entro sette.
Secondo la Bce l’elevato ammontare dei crediti in sofferenza rappresenta un freno per gli impieghi con le banche afflitte da elevati Npl che risultano meno inclini a fornire credito all’economica. Inoltre, nel primo trimestre del prossimo anno dovrebbero arrivare ulteriori indicazioni sui Npl già esistenti.
Livello dei crediti in sofferenza che a luglio era sceso ai minimi a tre anni a 173,6 miliardi di euro, quasi 20 miliardi in meno rispetto al mese prima (dati Banca d’Italia).
Patuelli: macigno che fa vacillare ottimismo degli ultimi mesi
Quello che la Bce ha definito un “addendum” rischia di pesare non poco sugli istituti ancora alle prese con la riduzione dell’entità complessiva dei crediti deteriorati. “Avevo un ottimismo più rilevante fino a ieri l’altro – commenta il presidente Abi Antonio Patuelli, intervenuto al forum dell’Ansa – poi ieri mattina il mio umore è cambiato quando la Bce ha messo in consultazione un addendum che aggiunge non piccole cose, ma macigni alle ennesime regole sui crediti deteriorati”. Patuelli ritiene che, se non corrette, le nuove disposizioni della Bce sulla gestione delle sofferenze rischiano di avere forti effetti negativi, soprattutto sulle Pmi.
Analisti tornano cauti su settore
L’affondo della Bce sui Npl ha portato subito gli analisti a una maggiore prudenza circa le prospettive delle banche italiane, che nei primi 9 mesi dell’anno hanno agito da traino all’ascesa di Piazza Affari. Equita oggi ha abbassato a neutral il giudizio sul settore bancario italiano. Credit Suisse ritiene che il documento di consultazione può risultare potenzialmente negativo per le banche italiane. La casa d’affari elvetica ritiene che il nuovo scenario comporta un aumento della copertura dei prestiti “unlikely to pay e past due” – attualmente pari al 36% e al 26% – e potenziali ulteriori vendite a prezzi scontati di Npl.