Banche: tassi alle stelle, cartello “di fatto” che penalizza imprese e famiglie
Tassi di interesse alle stelle su mutui, prestiti personali, scoperto di conto corrente, pagamenti a rate con le carte di credito e tutto per colpa di un cartello tra le banche italiane come denuncia Unimpresa. Una ricerca del Centro studi dell’associazione ha analizzato dati del Ministero dell’Economia, della Banca d’Italia e i fogli informativi di sei grandi gruppi creditizi del Paese da cui emerge che il divario di tassi tra gli istituti di credito del Paese è estremamente contenuto e, se l’interesse massimo legale mira a prevenire gli abusi e l’indebitamento eccessivo, lo stesso spinge al rialzo tutti i costi del credito qualunque esso sia. Così’, dice l’analisi, i tassi soglia vanno dal 6,26% per i mutui ipotecari a tasso fisso al 23,92% per il credito revolving (pagamenti a rate con le carte); dal 6,91% dei mutui ipotecari a tasso variabile al 17,92% applicato alla cessione del quinto; dal 17,1% per le aperture di credito fino a 5.000 euro al 15,86% per il credito personale fino a 10.000 euro. Quanto ai tassi medi praticati dalle banche, si va dall1,81% per i mutui ipotecari a tasso fisso al 15,94% per il credito revolving (pagamenti a rate con le carte); dal 2,33% dei mutui ipotecari a tasso variabile all’11,14% applicato alla cessione del quinto; dal 10,52% per le aperture di credito fino a 5.000 euro al 9,49% per il credito personale fino a 10.000 euro.
Il cartello tra le banche svelato da Unimpresa
Secondo il Centro studi di Unimpresa, un’altra tempesta perfetta rischia così di abbattersi su famiglie e imprese, rendendo più sottile la linea di confine tra l’usura “illegale” e il circuito parallelo di quella “invisibile” o di mercato. Nel ventaglio dei finanziamenti bancari, il “tetto della legalità” – che misura il livello massimo di tasso applicabile alle diverse tipologie di prestiti – passa da valori contenuti per i mutui garantiti a percentuali spropositate per determinate categorie di credito, raggiungendo talvolta un livello anche superiore a 20 volte l’Euribor. Secondo l’analisi puntuale condotta sui tassi applicati dall’universo bancario italiano, la soglia che delimita il campo d’azione entro cui le banche possono muoversi (c.d. soglia usura) rappresenta non solo uno strumento utile a coprire i costi e i rischi del servizio prestato, ma lascia ampio margine di profitti, anche a danno di imprese e famiglie. Così si passa da un costo medio di un credito personale del 9,49% ad un tasso medio applicato che arriva fino al 10,5% per un’apertura di credito in conto corrente, passando per un valore medio del 11,14% per la categoria dei finanziamenti concessi dietro la cessione del quinto dello stipendio. Se i mutui ipotecari sono quelli che vantano la soglia di usura e tassi medi più contenuti (soglia inferiore al 2.5%) la clientela allo sportello può arrivare a pagare anche tre volte tanto quando si tratta invece di acquistare un bene a rate perché per ad un credito revolving viene applicato un tasso medio del 15,9% con una soglia di usura drammatica del 23,9%.