Bankitalia: consumi rallentano, per le famiglie è meglio risparmiare. Nel 2019 PIL allo 0,1%
Nonostante il recupero robusto del reddito disponibile, nei primi tre mesi del 2019 la spesa delle famiglie è cresciuta solo di poco mentre la propensione al risparmio è tornata ad aumentare. Questa la fotografia che scatta Bankitalia nel Bollettino economico n. 3 secondo cui nel primo trimestre i consumi delle famiglie sono aumentati dello 0,1% sul periodo precedente, mentre sono diminuiti gli acquisti di beni, in particolare di quelli durevoli.
Propensione al risparmio a causa dell’incertezza
L’espansione dei consumi ha solo in parte riflesso il forte incremento del reddito disponibile al netto dell’inflazione (0,9 per cento sul trimestre precedente), sostenuto dal rialzo dei redditi da lavoro. La propensione al risparmio, sottolinea l’istituto guidato da Ignazio Visco, è risalita all’8,4% e questo anche per effetto dell’aumento dell’incertezza sulle prospettive economiche segnalata dalle indagini sul clima di fiducia delle famiglie. Secondo le sue stime, Bankitalia aveva previsto che in primavera i consumi sarebbero cresciuti a un ritmo molto contenuto mentre la spesa per beni non durevoli avrebbe ristagnato. I consumi durevoli, che rappresentano circa un decimo della spesa delle famiglie, avrebbero invece fornito un contributo positivo, connesso con il forte aumento delle immatricolazioni di automobili; queste tuttavia rimangono ancora al di sotto dei livelli precedenti l’entrata in vigore, nel settembre dello scorso anno, della nuova normativa sulle emissioni. Infine il debito delle famiglie italiane che, nel primo trimestre del 2019, è rimasto sostanzialmente invariato (61,1 per cento), un livello ben al di sotto di quello medio dell’area dell’euro (94,1 per cento).
Stima PIL allo 0,1% nel 2019
Nel Bollettino, Bankitalia rivela che nei primi tre mesi dell’anno la crescita del PIL è tornata appena positiva (0,1 per cento sul periodo precedente), mentre l’attività è stata sostenuta dall’interscambio con l’estero, dagli investimenti in costruzioni e dai consumi, ma è stata frenata dal decumulo delle scorte e dalla riduzione degli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto. Nelle indagini della Banca d’Italia le valutazioni delle imprese sull’andamento della domanda per i propri prodotti sono lievemente migliorate anche se “prefigurano tuttavia un rallentamento nei prossimi mesi” e indicano “piani di investimento in espansione molto modesta per l’anno in corso”.
Infine uno sguardo agli investitori esteri che, dice Bankitalia, sono tornati ad acquistare titoli pubblici italiani. Nei primi quattro mesi dell’anno gli investitori esteri hanno effettuato acquisti netti di titoli italiani pari a 29,2 miliardi, soprattutto di quelli emessi dal settore pubblico (22,3 miliardi), assorbendo oltre il 40 per cento delle emissioni nette del Tesoro nello stesso periodo. Dal lato delle attività, i residenti hanno disinvestito dai titoli di portafoglio esteri per 5,5 miliardi (a fronte degli oltre 30 miliardi di investimenti nello stesso periodo dell’anno precedente), proseguendo la tendenza in atto dagli ultimi mesi del 2018.
Oggi il governatore della Banca d’Italia ha partecipato all’assemblea Abi e ha sottolineato come le tensioni sullo spread, ha notato Visco, “si sono attenuate” con lo stop della Commissione Ue alla procedura d’infrazione sul debito italiano, ma “per consolidare questi risultati e ridurre ulteriormente il costo del debito pubblico l’orientamento prudente della politica di bilancio andrà confermato in un quadro di più lungo periodo”. “Se il calo dello spread continuasse e il costo del debito scendesse sotto il tasso di crescita nominale del Pil – ha continuato Visco – sarebbe più facile ridurre l’incidenza del debito sul prodotto”. “I mercati hanno risposto positivamente alle recenti decisioni del governo italiano e della Commissione europea e allora – ha concluso il governatore – è possibile innescare il circolo virtuoso tra politiche di bilancio e condizioni finanziarie dal quale può derivare un impulso forte e duraturo all’attività economica”.