Bankitalia: crescita prosegue ma pesano prezzi petrolio e dazi
La crescita prosegue nel prossimo triennio 2018-2020 anche se risente negativamente dei più elevati prezzi del greggio. Così scrive Bankitalia nel suo ultimo Bollettino economico di luglio.
Nel dettaglio nel nostro paese, dicono le stime di via Nazionale, l’attività economica, pur rallentando, ha continuato a crescere nei primi mesi del 2018. “La crescita è proseguita, nonostante i segnali di rallentamento emersi nei mesi primaverili. Gli indicatori disponibili suggeriscono che nel secondo trimestre la produzione industriale sarebbe rimasta stazionaria, mentre l’attività nei servizi avrebbe continuato ad aumentare: nel complesso la dinamica del prodotto sarebbe stata attorno allo 0,2 per cento sul periodo precedente con rischi al ribasso legati alla debolezza nella manifattura”.
I prezzi all’energia spingono al rialzo l’inflazione
L’inflazione – dice Bankitalia – è salita, portandosi in giugno all’1,5% e questo grazie soprattutto all’aumento delle quotazioni dei beni energetici. Dopo la forte diminuzione registrata in aprile, recupera anche l’inflazione di fondo anche se resta allo 0,7% in giugno. Guardando poi a famiglie e imprese, secondo Banca d’Italia l’attesa è per una dinamica dei prezzi ancora moderata nell’anno e meno accentuata rispetto alle valutazioni prevalenti nel marzo scorso.
“È proseguito l’aumento dei prestiti alle imprese, favorito, oltre che da condizioni di offerta distese e costi di finanziamento contenuti, dal buon andamento degli investimenti. La dinamica dei prestiti alle famiglie si è mantenuta solida, sia per l’acquisto di abitazioni sia per il credito al consumo. L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dalle banche ha continuato a diminuire”.
Mercati finanziari in balìa della volatilità
Sui mercati finanziari del nostro paese – specie negli ultimi giorni di maggio e nei primi di giugno – si è fortemente accentuata la volatilità, e questo come causa dell’incertezza sulla formazione del nuovo Governo. In particolare i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati, anche per le scadenze più brevi, e sono scesi i corsi di borsa, in particolare nel comparto bancario. Nella seconda settimana di giugno le tensioni sono state parzialmente riassorbite e i rendimenti a breve si sono ridotti in misura marcata con i premi per il rischio sovrano dell’Italia sulla durata decennale diminuiti di 48 punti base rispetto al momento di maggiore tensione, ma comunque restano 111 punti al di sopra dei livelli registrati alla metà di maggio.
In Italia prosegue la crescita nel triennio 2018-2020
Secondo le proiezioni macroeconomiche presentate nel suo Bollettino, Bankitalia evidenzia come la crescita proseguirebbe nel prossimo triennio, anche se il suo ritmo risentirebbe in prospettiva dei più elevati prezzi del greggio. Nel dettaglio il PIL aumenterebbe dell’1,3% quest’anno, dell’1,0% il prossimo e dell’1,2% nel 2020. Nel triennio invece l’inflazione, toccherebbe l’1,5% nel 2020. Riguardo all’inflazione, rischi al ribasso deriverebbero dall’eventualità di una più debole attività economica; rischi al rialzo potrebbero invece provenire da nuovi aumenti delle quotazioni delle materie prime energetiche, che all’inizio di luglio hanno toccato i livelli massimi dalla fine del 2014.
Ma dice Bankitalia uno scenario del genere presuppone un “contesto globale favorevole, condizioni di offerta del credito distese e un assetto monetario ampiamente espansivo che incorpora le decisioni di politica monetaria adottate dal Consiglio direttivo della BCE”.
E’ ancora il protezionismo a provocare forti rischi per l’attività economica visto che potrebbero “aversi ripercussioni negative sulla domanda globale non solo mediante l’effetto diretto sugli scambi commerciali, ma anche attraverso la fiducia e i piani di investimento delle imprese”. Insieme, aumenti repentini della volatilità sui mercati finanziari e incertezza sulle politiche economiche, potrebbero ripercuotersi sul costo del finanziamento di famiglie e imprese.
BCE: politica accomodante ancora a lungo
Il protezionismo mette a rischio anche le prospettive globali che restano sì favorevoli dopo il rallentamento osservato nel primo trimestre, ma il commercio mondiale ha decelerato. Nell’area dell’euro la crescita prosegue, dice l’istituto guidato da Ignazio Visco, nonostante la decelerazione registrata negli ultimi mesi. Inoltre sulla prossima fine della politica accomodante decisa dalla Bce, lo stesso Consiglio direttivo prevede sì di interrompere a fine anno gli acquisti netti di titoli, ma di preservare un ampio grado di accomodamento monetario, mantenendo i tassi di interesse sugli attuali bassi livelli almeno fino a tutta l’estate del 2019.