Bankitalia: reddito famiglie sale, ma aumentano diseguaglianze. Più italiani a rischio povertà
Il reddito delle famiglie italiane sale, ma aumentano le diseguaglianze e una persona su quattro è a rischio povertà. Questo lo scenario a luci e ombre che emerge dall’ultima “Indagine sui bilanci delle famiglie italiane” su un campione di oltre 7mila nuclei familiari, pubblicata oggi dalla Banca d’Italia. In particolare, secondo gli analisti di Bankitalia il reddito medio delle famiglie italiane rilevato dall’indagine sul 2016 è cresciuto del 3,5% rispetto a quello rilevato dalla precedente indagine sul 2014, dopo essere pressoché ininterrottamente caduto dal 2006. È rimasto tuttavia ancora inferiore dell’11% rispetto al picco raggiunto in quell’anno.
Da via Nazionale segnalano, inoltre, che è aumentata la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi che “è tornata in prossimità dei livelli prevalenti alla fine degli anni novanta del secolo scorso”. Ed è salita anche la quota di individui a rischio di povertà, definiti come quelli che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60 per cento di quello mediano, attestandosi al 23 per cento. L’incidenza di questa condizione è più elevata tra le famiglie con capofamiglia più giovane, meno istruito, nato all’estero, e per le famiglie residenti nel Mezzogiorno. Qualche nota positiva c’è: la quota di famiglie indebitate ha continuato a ridursi, al 21 per cento. E ancora, il valore mediano del rapporto tra l’ammontare complessivo dei debiti familiari e il reddito è sceso al 63%, dal picco dell’80 registrato nel 2012.
Consumatori: quadro desolante, fisco iniquo
Secondo l’indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie, aumenta la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi misurata dall’indice di Gini e il 10% delle famiglie più ricche possiede il 44% della ricchezza netta totale. “Un quadro desolante. L’aumento delle disuguaglianze dimostra l’iniquità del Fisco italiano e il fatto che in questi anni si è violato sempre più l’art. 53 della Costituzione sulla progressività del sistema tributario, riducendo le imposte che più rispettavano il criterio della capacità contributiva e innalzando balzelli vari, come gli oneri di sistema che paghiamo nella bolletta della luce, che colpiscono in ugual modo benestanti e famiglie in difficoltà”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Ecco perché è importante che il prossimo Governo non aumenti l’Iva per tutta la durata della prossima legislatura, misura che colpirebbe in primo luogo quel 31% di italiani che dichiarano di arrivare a fine mese con difficoltà, e si concentri su quel 10% di ricchi che possiedono il 44% della ricchezza netta totale”, conclude Dona.