Bankitalia, Visco blinda riforma Fornero e avverte su reddito cittadinanza. No scorciatoie debito, rischio fuga risparmiatori
Necessità di tenere sotto stretto controllo i conti pubblici: ma, anche, “il destino dell’Italia è quello dell’Europa”. Nelle considerazioni finali della Relazione annuale di Bankitalia, Ignazio Visco fa diverse riflessioni, mentre lo spread impazzisce e il governo Cottarelli viene dato già per morto.
Visco a tutto campo, non tralascia alcuni argomenti caldi che hanno contrassegnato la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni politiche dello scorso 4 marzo e che molto probabilmente si confermeranno nuovamente i cavalli di battaglia dei partiti, nellle prossime elezioni. Mentre l’Italia è assediata dai sell, che portano lo spread BTP-Bund a sfondare anche il muro dei 300 punti base, e i tassi sui BTP decennali a volare fino al 3,4%, mentre i mercati scontano il ritorno alle elezioni anticipate già dopo agosto e l’Italia si spacca tra chi dà ragione a M5S-Lega e chi invece difende la decisione di Sergio Mattarella di dire no a Paolo Savona – fattore che ha fatto tramontare l’ipotesi di un governo M5S-Lega – Bankitalia blinda anche la riforma Fornero, affermando che “è rischioso fare passi indietro nelle pensioni”.
“Le riforme introdotte in passato rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica; hanno risposto alla necessità di tenere conto dell’allungamento della vita media nel definire il rapporto tra i contributi versati e l’entità e la durata della pensione; hanno posto l’Italia in una posizione favorevole nel confronto internazionale”, afferma Visco nelle considerazioni finali del rapporto annuale di Bankitalia.
“Interventi mirati, volti a ridurre specifiche rigidità sono possibili, alcuni sono già stati effettuati in passato, ma vanno sempre adeguatamente compensati in modo da assicurare l’equilibrio attuariale del sistema pensionistico. Nel modificare le regole di fondo che determinano le tendenze di lungo periodo della spesa pubblica va esercitata estrema prudenza”.
Non solo: Visco affronta anche la proposta sbandierata dal M5S, quella del reddito di cittadinanza, ricordando che l’iniziativa non deve avere come effetto quello di scoraggiare la ricerca del lavoro. Tanto più non deve affossare i conti pubblici.
“Le risorse rese disponibili con l’avvio del reddito di inclusione, uno strumento di reddito minimo, consentono di coprire circa il 40% delle famiglie in povertà assoluta. Nel procedere a un suo rafforzamento, o all’adozione di altri provvedimenti, oltre a evitare di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare, bisognerà prestare attenzione alle conseguenze sui conti pubblici”.
La parola d’ordine rimane il risanamento dei conti pubblici, con l’obiettivo di ridurre il rapporto debito-Pil che viene definito “irrinunciabile”.
“In una fase espansiva e con una politica monetaria ancora molto accomodante non è utile aumentare il disavanzo. A fronte di un temporaneo impatto positivo sulla domanda, reso peraltro incerto dal possibile materializzarsi di tensioni finanziarie, si avrebbero ripercussioni negative persistenti sul debito e sulla spesa per interessi”.
“Alla fine dell’anno scorso il debito pubblico italiano era pari a quasi il 132% del Pil. È un valore molto elevato rispetto al passato; supera di oltre 50 punti percentuali quello medio del resto dell’area euro; costituisce un elemento di freno e la principale fonte di vulnerabilità per l’economia“.
E una cosa principale che bisogna tenere a mente è che “non ci sono scorciatoie” nella riduzione del debito:
“Gran parte del debito finanziario accumulato dagli italiani trova corrispondenza, diretta o indiretta, nei 2.300 miliardi del nostro debito pubblico – sottolinea Visco – Se venisse messo a repentaglio il valore della loro ricchezza reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo. E gli investitori stranieri sarebbero più rapidi”.
“La crisi finanziaria che ne conseguirebbe farebbe fare al nostro paese molti passi indietro. Macchierebbe in modo indelebile la reputazione dell’Italia nel mondo”.
Di conseguenza, l’auspicio è chiaro:
“È a tutti evidente la delicatezza e la straordinarietà del momento che stiamo vivendo. Se è auspicabile che siano definiti con chiarezza e lungimiranza gli obiettivi e i progetti delle diverse forze politiche, non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie”.
Insomma, è essenziale che i partiti siano saggi:
“E non per rigidità a livello europeo o minacce speculative ma perchè le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l’allocazione delle risorse a livello nazionale e globale”.
Sullo sfondo, secondo Visco l’economia italiana “si sta rafforzando” ed è indispensabile andare avanti con le riforme.
“Prosegue il recupero dell’occupazione, sono state eliminate fonti di rischio sistemico nel settore bancario. Il consolidamento dei risultati raggiunti, il conseguimento di ulteriori progressi, la rimozione delle fragilità strutturali richiedono di procedere lungo il percorso di riforma avviato”.
Visco mette in evidenza anche, affrontando il tema banche come, attraverso lo smobilizzo degli NPL, il divario tra l’Italia e gli altri paesi europei si sia ridotto “nettamente”.
Ma le sfide italiane permangono, se si considera che la crisi economica “ha accentuato il disagio sociale” e che, come confermano i dati dell’Istat, “negli ultimi dieci anni la quota delle famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta è quasi raddoppiata, giungendo a sfiorare il 7%”.
Visco si schiera apertamente a favore dell’Europa, per l’ennesima volta, nel momento in cui ricorda:
“Non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali: la tutela del risparmio, l’equilibrio dei conti, il rispetto dei Trattati”.
Dunque “le norme entro cui operiamo possono essere discusse, criticate. Vanno migliorate”.
“Soprattutto bisogna avere sempre presente il rischio gravissimo di disperdere in poco tempo e con poche mosse il bene insostituibile della fiducia: la fiducia nella forza del nostro paese che, al di là di meschine e squilibrate valutazioni, è grande, sul piano economico e su quello civile; la fiducia nella solidità del nostro risparmio, fondata sulla capacità di superare gli squilibri finanziari, economici e sociali; la fiducia nel nostro futuro, da non disperdere in azioni che non incidono sul potenziale di crescita dell’economia, ma rischiano di ridurlo”.