Bce alza stime Pil Eurozona: contributo positivo a ripresa da immigrati e donne. Italia, calo disoccupazione non significativo
Sono soprattutto i migranti provenienti dai paesi dell’Est e le donne a contribuire alla ripresa economica dell’Eurozona. E’ quanto emerge dal bollettino economico della Bce, che smorza anche l’entusiasmo italiano sul calo del tasso della disoccupazione non può essere considerato “significativo”. La Bce ha comunque rivisto al rialzo le stime sulla crescita dell’area euro per il 2017 dal +1,9% al +2,2%.
Rimane il problema dell’inflazione, che continua a deludere le aspettative della banca centrale guidata da Mario Draghi. Nel bolletino emerge che le pressioni inflazionistiche, di fatto, devono ancora mostrare segnali convincenti di un trend al rialzo che possa essere considerato sostenuto. Ciò implica che c’è ancora bisogno di una politica monetaria accomodante.
Sull’euro, si mette in evidenza che l’apprezzamento della moneta unica rappresenza anch’esso una fonte di rischio per l’inflazione perchè implica una moderazione dei pressioni dei prezzi.
Il bollettino rende anche noto il risultato di un sondaggio della Bce che ha interpellato 55 aziende leader dell’Eurozona, di cui 30 appartenenti al settore industriale e 25 dei servizi, per comprendere anche la reazione alle riforme strutturali che sono state avviate in diversi paesi. Diverse aziende hanno indicato la riforma del lavoro attuata in Spagna nel 2012, mentre non ci sono stati riferimenti alla riforma italiana. Più del 60% degli interpellati ha definito le riforme strutturali avviate nel periodo tra il 2013 e il 2016 “lento e frammentario”. Le grandi imprese hanno reiterato la necessità di procedere ancora con le riforme e hanno ammesso di auspicare un mercato del lavoro in generale più flessibile sia negli orari che nel ricorso ai contratti temporanei e hanno invocato una minore severità nelle norme che tutelano la forza lavoro.
Tornando all’Italia, nel sottolineare come il calo della disoccupazione non sia stato significativo, il bollettino fa notare che affinché si possa parlare di progressi significativi è necessario che vengano osservare il tasso di discesa della disoccupazione in 3 anni, la percentuale del calo della disoccupazione nel periodo e il permanere dopo 5 anni di un tasso di disoccupazione più basso dell’iniziale. E il punto è che, insieme alla Slovenia, scrive la Bce, l’Italia “non ne soddisfa nessuno” a differenza di Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro e Slovacchia.
In ogni caso, nel bollettino si legge che “durante la ripresa l’immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto l’afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell’Unione europea. A sua volta.”ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia, ma anche in altre economie minori dell’area”.