Bce: risparmiatori italiani i più penalizzati in Ue dal calo dei tassi
Italiani popolo di formiche ma nel corso degli anni questa virtù dei contribuenti è venuta meno, zavorrati soprattutto dal calo dei tassi di interesse quasi vicini allo zero. Questa la fotografia che emerge dal Bollettino economico della Bce che verrà diffuso domani e di cui oggi lo stesso istituto guidato da Mario Draghi fornisce qualche anticipazione sul suo sito.
Consumi privati barometro della ricchezza delle famiglie
I consumi privati, dice la banca di Francoforte, sono un indicatore primario del benessere economico delle famiglie. La crescita di questi consumi è stata bassa rispetto alle precedenti espansioni, ma dal 2013 ha superato le aspettative iniziali e ha finito per svolgere un ruolo chiave nella recente crescita della produzione. A trainare questa crescita soprattutto la ripresa del mercato del lavoro, anche se la disoccupazione in alcuni paesi e per alcuni gruppi di lavoratori rimane più elevata rispetto al 2008. La politica monetaria facile della BCE interessa anche le famiglie dell’area dell’euro. Contribuendo a stimolare l’assunzione e il consumo di prestiti, i bassi tassi d’interesse tendono ad aumentare la crescita economica e a ridurre la disoccupazione. La BCE ha dichiarato che si aspetta un ulteriore aumento dei consumi privati in concomitanza con il continuo calo dei tassi di disoccupazione nell’area dell’euro, che contribuirà a consolidare la ripresa economica della regione dell’area euro.
Italiani: risparmiatori penalizzati
Ma a parte i consumi, il Bollettino economico della Bce fotografa in maniera chiara e lucida quanto i tassi di interesse hanno pesato sulle tasche dei risparmiatori europei. Ebbene gli italiani risultano i più penalizzati. Le famiglie italiane hanno subito una perdita di reddito molto più grande rispetto ai colleghi tedeschi dice la BCE. Il reddito da tassi di interesse è rimasto piuttosto stabile per le famiglie in Germania e Francia ma meno in Italia e Spagna. In questi ultimi due paesi, dice la banca centrale, il numero di risparmiatori che ha investito in asset che producono interessi è nettamente superiore. Detto in altro parole, la condotta degli italiani tesa al risparmio e all’investimento fruttifero non ha dato buoni risultati in questi anni in cui, anche a causa del Quantitative easing, i tassi di interesse sono scesi in prossimità dello zero a differenza della Germania, dove il risparmio privato è nettamente inferiore, e l’impatto del calo dei tassi è stato minore.
“In Italia il calo nel reddito da interessi è stato molto più ampio in quanto le famiglie italiane detengono un ammontare relativamente ampio di asset che generano interessi e al tempo stesso sono relativamente meno indebitate”, così si legge nel documento. “In Spagna, invece, il calo nei pagamenti sugli interessi passivi è stato significativamente maggiore rispetto al calo nei guadagni da interessi attivi. Questo a causa dello stock molto elevato di debito privato e del fatto che una grande parte dei mutui è a tasso variabile e dunque i pagamenti si sono adeguati al calare dei tassi”.