Bce severa con governo M5S-Lega: no dietrofront su legge Fornero, Italia tra paesi a rischio deviazione significativa conti
Nel giorno in cui prende il via il Consiglio europeo, che discuterà di diverse questioni, immigrazione in primis, la Bce ricorda ai paesi membri dell’euro di tenere sotto stretto controllo le proprie finanze pubbliche. Il nome Italia compare più volte nel Bollettino economico della banca centrale. Intanto, emergono chiaramente le preoccupazioni sul rischio che Roma, con l’attuale governo M5S-Lega, finisca – come tra l’altro è stato promesso da entrambi i partiti- per fare dietrofront sulle riforme pensionistiche adottate fino a ora. Il riferimento, ovviamente, è alla riforma Fornero.
Nel Bollettino è stata inserita l’analisi Ageing Report 2018, da cui emerge chiaramente tale eventualità, sia per l’Italia che per la Spagna.
“Il rapporto – si legge nel bollettino economico – ipotizza che tutte le riforme pensionistiche varate negli ultimi anni trovino piena attuazione. Tuttavia, in alcuni paesi, ad esempio in Italia e in Spagna, il rischio che si compiano passi indietro rispetto alle riforme pensionistiche precedentemente adottate sembra elevato. Il medesimo rischio, inoltre, potrebbe aumentare per i paesi in cui, ad oggi, si prevedono importanti cali dei tassi di sostituzione. In tali casi in alternativa, potrebbe aumentare il rischio di sempre maggiori trasferimenti di natura assistenziale qualora i piani pensionistici privati non fossero in grado di sopperire al divario”.
Ma non è l’unico alert che Francoforte lancia all’Italia. Viene messo in evidenza, infatti, che l’Italia è tra i sette Paesi dell’area euro che quest’anno rischiano una “significativa deviazione” sui conti, rispetto a quanto è stato concordato con l’Unione europea.
“Secondo le proiezioni della Commissione europea – si legge nel Bollettino – nel 2018 la maggior parte dei paesi che non hanno ancora raggiunto una solida posizione di bilancio non rispetteranno gli impegni previsti dal Patti di stabilità e di crescita”. E precisamente, “tra i sette paesi dell’area dell’euro che secondo la Commissione nel 2018 rischiano una significativa deviazione dalla parte preventiva del Patto di stabilità e crescita (PSC) Belgio, Francia, Italia e Portogallo presentano rapporti fra debito e PIL superiori al 90%“.
La Bce non nasconde le proprie perplessità sull’applicazione delle regole del nuovo patto sui conti operato dalla Commissione che, a suo avviso, va “a scapito della completa trasparenza, coerenza e prevedibilità dell’intero quadro di riferimento”.
“Anche se, nell’insieme, le raccomandazioni specifiche per Paese seguono il principio secondo cui le riserve di bilancio vanno ricostituite in periodi di congiuntura economica favorevole, l’approccio standard prevede alcune eccezioni. Le raccomandazioni rivolte a Spagna e Slovenia per il 2019 prevedono uno sforzo strutturale inferiore rispetto a quanto concordato in base alla matrice della parte preventiva del Patto, ossia pari allo 0,65% anziché all’1% del PIL. La deviazione dal requisito previsto dalla matrice è basata su una valutazione economica che fa riferimento in particolare all’elevata disoccupazione”.
Tale approccio, “rispecchia la discrezionalità adottata nell’accordare una riduzione dei requisiti di aggiustamento a due paesi nel 2018: dallo 0,6 allo 0,3% del PIL per l’Italia e dall’1 allo 0,6% del PIL per la Slovenia, in questo caso senza ulteriori margini di deviazione”. Ma ciò che la Bce teme è che una applicazione del genere del Patto di stabilità e di crescita avvenga a scapito, per l’appunto, della completa trasparenza.
Di Italia si parla anche facendo riferimento all’impennata che ha interessato lo spread BTP-Bund nei giorni caotici che hanno preceduto la formazione del governo M5S-Lega. La responsabilità, per la banca centrale, risiede nel contratto di governo stilato da M5S e Lega:
“Dopo aver riportato oscillazioni relativamente moderate nella prima parte del periodo in esame, i differenziali dei titoli di Stato italiani sono considerevolmente aumentati a seguito del 15 maggio, quando i mercati sono venuti a conoscenza dei dettagli contenuti nella proposta di programma avanzata dal nuovo governo”.
Da allora, si legge ancora, “le condizioni dei mercati dei bond sovrani sono rimaste volatili, con i differenziali dei titoli di Stato italiani ben al di sopra dei rispettivi livelli di aprile. E “anche i mercati dei titoli di Stato di altri paesi dell’area dell’euro sono stati in varia misura coinvolti”.