Bollette a 28 giorni: Tar del Lazio le considera illegittime ma niente rimborsi (almeno per ora)
Vittoria ma solo a metà per i consumatori sulla fatturazione delle bollette a 28 giorni. Se da una parte il Tar del Lazio ha messo in chiaro che la fatturazione corretta e applicabile è solo quella a 30 giorni, dall’altra ha deciso di sospendere, almeno per il momento, il rimborso agli utenti come invece aveva previsto l’Agcom.
Nella sentenza pronunciata ieri i giudici amministrativi del Tar del Lazio hanno definito come corretta la fatturazione mensile delle bollette telefoniche, bocciando quella a 28 giorni. Confermata quindi la delibera dell’Agcom che imponeva agli operatori di emettere le bollette una volta al mese anziché ogni quattro settimane e le rispettive sanzioni da 1,16 milioni di euro ciascuno. Respinto il ricorso avanzato dall’Asstel, l’associazione di categoria delle compagnie telefoniche, e dalle singole società (Tim, Vodafone, WindTre, Fastweb ed Eolo).
Allo stesso tempo, però, il Tar del Lazio ha deciso di sospendere, in via cautelare, il rimborso ai consumatori, almeno fino alla trattazione di merito con l’udienza fissata il prossimo 31 ottobre. Il motivo? La restituzione dei soldi, insieme alle sanzioni e al ritorno della fatturazione mensile, potrebbe generare un esborso multimilionario destabilizzando troppo gli operatori telefonici: “appare in grado di incidere sugli equilibri finanziario-contabili delle aziende“, spiega il tribunale. Secondo quanto previsto dall’Agcom, i clienti dovevano essere rimborsati nella prima bolletta corretta, ossia quella con fatturazione mensile, di quanto pagato in più con le bollette a 28 giorni a partire dallo scorso 23 giugno.
La decisione del Tar del Lazio sta suscitato forti polemiche, perché se il ritorno alla fatturazione mensile era ormai praticamente d’obbligo dopo la legge successiva alla delibera, il nodo stava proprio sulle sanzioni e ancor di più sui rimborsi. “La decisione del Tar del Lazio di sospendere, in attesa del giudizio di merito, i provvedimenti del 19 dicembre con i quali si obbligavano le compagnie a restituire i soldi agli utenti, dopo aver deciso la bontà del provvedimento originario del 15 marzo è solo un regalo alle compagnie” ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Sul piede di guerra anche il Codacons, che stima un danno per i consumatori di 2 miliardi di euro. “Se l’ammontare è elevato e per il Tar appare in grado di incidere sugli equilibri finanziario-contabili delle aziende – prosegue Dona – è solo perchè sono andate avanti imperterrite a violare la delibera dell’Autority. Ora non si può far ricadere questa scelta aziendale sulle famiglie”.