Notiziario Notizie Italia Cala ricchezza italiani all’estero. Ma occhio a effetto paradisi fiscali e soldi ‘spariti’ dopo voluntary

Cala ricchezza italiani all’estero. Ma occhio a effetto paradisi fiscali e soldi ‘spariti’ dopo voluntary

17 Giugno 2019 09:31

L’argomento è quanto mai di attualità, visto che di contante, eventuali condoni sui contanti, tasse e patrimoniali varie sulle ricchezze degli italiani, se ne parla da tempo. Se n’é parlato soprattutto la scorsa settimana, quando hanno fatto discutere le dichiarazioni proferite dal vicepremier leghista Matteo Salvini che hanno alimentato il terrore di una tassa sulle cassette di sicurezza.

Salvini ha corretto poi il tiro, parlando di condono. In ogni caso, il leader della Lega è stato fermo nel precisare che “non parlo di soldi all’estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi”.

Oggi, in prima pagina, il Sole 24 Ore riporta come quei soldi all’estero siano diminuiti. Almeno quella in chiaro, quella dichiarata- La ricchezza degli italiani depositata presso i forzieri mondiali è calata lo scorso anno di 43 miliardi, scendendo del 20% su base annua.

“Per la prima volta negli ultimi quattro anni, la ricchezza ufficialmente posseduta all’estero dagli italiani scende sotto i 200 miliardi. Il totale degli asset indicati nel 2018 nelle dichiarazioni dei redditi (quadro RW) si ferma a 174,9 miliardi, cioè 43,5 miliardi in meno su base annua (-20%). È una ‘mobilità’ su cui riflettere, dopo che il vicepremier Matteo Salvini ha lanciato l’ipotesi di un condono sul contante fermo nelle cassette di sicurezza delle banche italiane. Anche perché gli indicatori mostrano che i flussi – leciti e illeciti – di capitali verso l’estero non si sono fermati”.

Dai dati emerge che il grande calo degli asset dichiarati, pari a 36,5 miliardi, sarebbe dipeso da quelli che le statistiche chiamano «beni materiali e forme di previdenza». Una categoria in cui rientrano l’oro (lingotti o monete), le forme previdenziali gestite da soggetti esteri, le opere d’arte, i gioielli e i beni mobili registrati (yacht, aerei o auto di lusso)“.

Il Sole 24 Ore consiglia di non guardare praticamente solo al dato finale, e dunque di non prendere tutto ciò che trapela come una eventuale inversione di trend del trasferimento delle ricchezze degli italiani all’estero. Il calo può essere stato dovuto, infatti, a diversi motivi, non esclusa l’adozione di strumenti più sicuri per evadere le tasse.

“Sono possibili casi in cui, dopo essere tornati a essere regolarizzati nel quadro RW, con un rientro in Italia stimolato dalle voluntary disclosure, è possibile che alcune ricchezze si siano poi di nuovo volatilizzate “in paradisi fiscali o dietro complesse architetture societarie”.

Insomma, il Sole 24 Ore consiglia di leggere questi dati con cautela. “Potrebbero pesare cambi dei criteri di valutazione e rimpatri dei beni, ma anche delocalizzazioni o intestazioni che rendono gli asset o il loro titolare effettivo invisibili al Fisco”.

Tra le altre categorie, nell’ultimo anno resta quasi invariato il valore degli immobili e delle attività finanziarie. Mentre le somme su conti e depositi esteri diminuscono dell’11,7%, cioè 6,3 miliardi. Nel complesso, l’impressione è che si stia affievolendo – almeno a livello di monitoraggio – l’onda lunga delle due voluntary, che hanno fatto emergere 66,6 miliardi, di cui 44,4 dalla Svizzera. Tra l’altro, “i dati più recenti della Guardia di finanza indicano che i flussi illeciti di capitali verso l’estero restano imponenti. Nei primi sei mesi del 2018, le Fiamme gialle hanno individuato 115,6 milioni di euro di trasferimenti di denaro, tramite 9.293 controlli transfrontalieri, di cui quasi uno su tre ha rivelato irregolarità. In tutto il 2017, invece, erano stati intercettati 172,7 milioni, con un risultato più che doppio rispetto all’anno precedente. E c’è già chi ipotizza che parte di questo flusso potrebbe riprendere la via dell’Italia per beneficiare di un ipotetico condono del contante, anche se l’eventuale sanatoria potrebbe essere congegnata per evitare questo fenomeno”.

SALVINI E IL ‘CASO’ CASSETTE DI SICUREZZA

Così Salvini, in occasione del suo intervento, la scorsa settimana, alla trasmissione di Porta a Porta su Rai 1.

“In Italia ci sono decine, forse centinaia di miliardi fermi nelle cassette di sicurezza, noi possiamo rimetterli in circuito. Posso farmi pagare un’imposta, se sono soldi frutto di guadagni lecitamente ottenuti, e consentire di usarli nuovamente? Sono soldi nascosti, ma l’Italia è piena di soldi tenuti sotto il materasso...”. La parola imposta aveva fatto drizzare le antenne a tutti gli italiani.

Lo stesso giorno, il vicepremier aveva rilanciato: “Dopo Equitalia, serve una pace fiscale per far emergere il denaro contante depositato nelle cassette di sicurezza, fermo. Con una nuova pace fiscale daremmo il diritto di utilizzarli, e lo Stato incasserebbe miliardi da reinvestire per la crescita”.

Salvini aveva poi chiarito: “Prive di qualsiasi fondamento le ipotesi di una patrimoniale, di tasse sui risparmi, sui conti correnti degli Italiani o su cassette di sicurezza. Siamo al governo per togliere, non per aggiungere tasse. L’unico ragionamento in corso riguarda una ‘pace fiscale’ per chi volesse sanare situazioni di irregolarità relative, oltre che ad Equitalia, al denaro contante”.

Nel rigerirsi al caso specifico delle cassette di sicurezza, Salvini aveva parlato della necessità di “far emergere ciò che non è emerso”, aggiungendo: In ogni caso condono “non è una parolaccia“.

“Le parole sono così evidenti…. ‘Il Giornale’ è riuscito a parlare di patrimoniale: o è gente che non capisce o è in malafede. Io sto parlando di far emergere quello che oggi non è emerso, come per la pace fiscale per le cartelle esattoriali su cui c’erano mille dubbi e oggi leggo che è un successo incredibile con 13 milioni di cartelle sanate e 38 miliardi di euro di incassi”.

“Ci sono miliardi e miliardi di euro di denaro contante presente in Italia e oggi non circolante? Sì. Li teniamo nascosti? Può essere una soluzione. Facciamo in modo che emergano? Può essere un’altra soluzione. Oppure facciamo come lo struzzo”. Poi su come definire il provvedimento, se condono o patrimoniale, “usate la parola che volete”, aveva detto il ministro dell’Interno qualche giorno fa.

Il giorno dopo Il Sole riportava le dichiarazioni del premier nell’articolo “Condono sui contanti. Ipotesi aliquota al 15%”, sottolineando come già fossero emersi alcuni punti fermi. E come il viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, si fosse così espresso: l’aliquota per far emergere i contanti non potrà essere inferiore al 15%, in linea con la ‘soglia’ della flat tax già in vigore per le partite Iva; nessuna sanatoria per i capitali all’estero. Con la precisazione: «La pace fiscale varrà solo per il contante depositato nelle cassette di sicurezza presenti in Italia».