Cambia il paniere Istat 2020: dentro auto e monopattini elettrici, ma anche il food delivery
Le abitudini di spesa dei consumatori italiani e i loro stili di vita cambiano a tavola, in tema di mobilità e intrattenimento, per questo ogni anno a l’Istat fa il punto della situazione, rivedendo l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.
Le novità 2020: le nuove abitudini degli italiani
Entrano le automobili e le ibride elettriche, ma anche il monopattino elettrico. Tra i servizi di ristorazione, il Sushi take away e la consegna pasti a domicilio (il cosiddetto food delivery). È stato incluso anche il servizio di barba e baffi, i trattamenti estetici per uomo e gli apparecchi acustici. Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, sono inclusi nel paniere il servizio di lavatura e stiratura camicia (tra i Servizi di lavanderia abiti) e l’applicazione dello smalto semipermanente (tra i trattamenti di bellezza). Queste le novità del Paniere Istat 2020 che per quest’anno non prevede uscite. “Nessuno prodotto esce dal paniere nel 2020 poiché tutti quelli già presenti non mostrano segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione”, spiega l’Istat.
Nel 2020 c’è anche l’ampliamento dell’utilizzo dei prezzi registrati alle casse mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data) a nuovi canali distributivi del commercio al dettaglio della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Si tratta, con riferimento ai beni alimentari confezionati e ai beni per la cura della casa e della persona, dei discount, delle piccole superfici di vendita e degli specialist drug che si aggiungono così a ipermercati e supermercati.
Alcuni numeri
Nel paniere del 2020 utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.681 prodotti elementari (1.507 nel 2019), raggruppati in 993 prodotti, a loro volta raccolti in 410 aggregati. Per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) si utilizza invece un paniere di 1.700 prodotti elementari (1.524 nel 2019), raggruppati in 1.012 prodotti e 414 aggregati. Nel 2020, sono 80 i comuni che contribuiscono alla stima dell’inflazione per il paniere completo (79 nel 2019); la copertura territoriale dell’indagine è pari all’83,2% in termini di popolazione provinciale.
Nella struttura di ponderazione del paniere NIC aggiornata al 2020 si segnalano l’aumento del peso della divisione di spesa Trasporti e il calo di quella Abitazione, acqua, elettricità e combustibili. La divisione di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche continua ad avere il peso maggiore nel paniere (16,21%), seguita da Trasporti (14,96%), Servizi ricettivi e di ristorazione (11,95%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (9,95%).
Le novità sui ‘pesi’ non convicono i consumatori
Le associazione dei consumatori plaudono l’ingresso di nuovi beni nel paniere, ma guardano in maniera perplessa alle modifiche dei pesi operate dell’istituto di statistica. È di questa idea il Codacons, secondo il quale i nuovi ingressi rappresentano una decisione corretta “perché tale scelta rispecchia le modifiche delle abitudini di acquisto delle famiglie, e consente di ottenere dati sulle spese dei consumatori più vicini alla realtà. Ciò che invece non ci convince – spiega il presidente Carlo Rienzi – sono i cambiamenti dei pesi all’interno del paniere decisi dall’Istat. Appare assolutamente incomprensibile la riduzione di peso per il comparto “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”, una delle voci che ha registrato l’inflazione media più alta nel 2019 determinando lo scorso anno un aggravio di spesa pari a +140,8 euro per la famiglia media e quasi +150 euro per un nucleo con due figli”. Proprio le spese legate all’abitazione sono quelle che, assieme all’alimentazione e ai trasporti, incidono maggiormente sui bilanci familiari, e una riduzione del loro peso all’interno del paniere ha effetti diretti sul tasso d’inflazione”, conclude Rienzi.
È dello stesso avviso Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che dichiara: “Siamo preoccupati per il calo record del peso della divisione abitazione, acqua, elettricità e combustibili, che scende del 9,8%, -1,0775 punti percentuali. Un crollo che non comprendiamo. Al di là della motivazione addotta, legata all’effetto rivalutazione e alla revisione dei dati effettuata dalla Contabilità Nazionale, si tratta di spese obbligate difficilmente comprimibili che mandano in tilt i bilanci delle famiglie e che ora avranno meno voce in capitolo nel calcolo finale dell’inflazione”.