Caos politico tra insulti Berlusconi a M5S e Salvini pronto al comando. Ma BTP piacciono ancora
La domanda per i BTP rimane solida, sia sul mercato primario che su quello secondario, a dispetto del risultato delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, e a dispetto dell’attuale incertezza politica. A confermarlo è il responsabile del debito pubblico Davide Iacovoni, nel corso di un incontro con la stampa.
Iacovoni, che ha preso il posto di Maria Cannata, mette in evidenza anche come non ci sia nessuna “apprensione”, da parte del mercato, nei confronti della graduale riduzione e prossima fine del Quantitative easing, il programma di acquisti di asset lanciato dalla Bce di Mario Draghi, la cui fine ufficiale è vista a settembre di quest’anno. Programma che in Italia è stato ormai battezzato scudo BTP e la cui fine sarebbe stata già prezzata.
Le parole di Iacovoni arrivano a conclusione di una settimana che vede l’Italia ancora senza un governo.
Oggi la presidente del Senato Elisabetta Casellati, a cui il presidente della Repubblica aveva affidato un mandato esplorativo per verificare la possibile formazione di un esecutivo M5S-centrodestra, ha riferito al Quirinale che tale soluzione non è praticabile, ravvisando comunque la presenza di spunti di riflessione.
A questo punto la parola torna a Sergio Mattarella, che potrebbe fare la sua prossima mossa il prossimo lunedì, 23 aprile, vista l’intenzione di riflettere per qualche giorno.
Nell’arena politica i toni continuano a rimanere accesi. Pomo della discordia rimane sempre lui, l’ex premier e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Il M5S ribadisce la sua linea di un accordo con la Lega che estrometta FI, da cui, semmai, sarebbe disposto ad accettare solo un appoggio esterno; Berlusconi sbotta e definisce il movimento Cinquestelle “il partito dei disoccupati che predica solo l’invidia sociale“, “gente che non ha mai fatto nulla nella vita” e che prenderebbe volentieri a Mediaset per “pulire i cessi” .
L’ex presidente del Consiglio apre anche la porta al PD – che però subito dopo gliela richiude in faccia – dicendosi contrario al no della Lega e di Fratelli d’Italia all’ipotesi di coinvolgere in un discorso di programma anche il partito. Ma Salvini lo boccia in toto e ribadisce l’intenzione di fare un governo con il M5S, avvertendo: “Chi guarda al PD si tiri fuori”.
Dal canto suo, Luigi Di Mario sfodera l’arma dell’attendismo e aspetta la mossa di Mattarella: “Salvini insiste per un governo con noi? Ne prendo atto, io ho già detto”.
Nel mezzo di tutto questo caos politico, la settimana si sta per chiudere con uno spread BTP-Bund che è sceso fin sotto la soglia dei 120 punti, al minimo dal settembre del 2016, a fronte di tassi decennali sui BTP che sono arretrati fino all’1,71%, al valore più basso in quattro mesi. E Iacovoni conferma che la domanda di bond italiani è solida e forte.
Nel presentare le due novità di quest’anno per il mercato, il responsabile del debito pubblico cita “l’appuntamento elettorale in Italia e le attese di risalita dei tassi di interesse”, sottolineando che “al momento rimane l’incertezza politica”.
E tuttavia questa incertezza politica, conferma, “non si è tradotta negativamente sui mercati del debito pubblico. Sul mercato primario i flussi di domanda sono rimasti forti e solidi sulla parte lunga della curva dei rendimenti. Molto positivo l’andamento del mercato secondario con volumi sostenuti sia sui Btp a lungo termine e sia su quelli indicizzati all’inflazione”.
Iacovoni conferma anche che non c’è paura per il ritiro dello scudo BTP da parte della Bce:
“Parlando con gli operatori, il mercato ha già prezzato la fine del Qe, se a settembre o a fine anno. Peraltro l’acquisto di titoli da parte della Bce si è già ridotto da quest’anno. Se ci fosse stata apprensione lo avremmo già visto”.
Ma Nomura lancia un avvertimento e raccomanda agli investitori, in ogni caso, di prepararsi già a uno spread BTP-Bund in rialzo a 160 punti base. Perchè, a prescindere da tutto, rileva stando a quanto riporta Bloomberg, il debito pubblico italiano è al 130% del PIL. E agli analisti del colosso giapponese basta sapere questo.