Finanza Notizie Italia Carige: maxi-perdita da 428 mln, per assemblea appello ai piccoli soci

Carige: maxi-perdita da 428 mln, per assemblea appello ai piccoli soci

31 Agosto 2019 11:14

Banca Carige registrare i previsti effetti delle iniziative di derisking predisposte nel quadro dell’operazione di rafforzamento patrimoniale, che concorrono in misura determinante alla maxi-perdita semestrale di 428,5 milioni di euro. Il margine d’interesse si è attestato nei primi sei mesi del 2019 a 66,7 milioni, commissioni nette pari a Euro 104,4 e costi operativi pari a Euro 333,9 milioni. La raccolta diretta da clientela privata e imprese si è attestata a Euro 12,2 miliardi al 30 giugno 2019, in leggera diminuzione nel semestre dello 0,8% rispetto al dato di fine 2018 (Euro 12,3 miliardi). La raccolta diretta complessiva risulta in crescita del 21% e si attesta a 17,5 miliardi, principalmente per la dinamica dei titoli in circolazione in seguito all’emissione, a gennaio 2019, di 2 miliardi di obbligazioni con garanzia dello Stato, nonché per il collocamento nel corso del semestre presso investitori istituzionali di obbligazioni retained per circa 1,5 miliardi.

 

I prossimi passi 

Adesso il 20 settembre l’assemblea di Banca Carige deciderà il futuro della banca e senza l’ok dei soci al piano di rafforzamento patrimoniale da complessivi 900 milioni di euro concordato con il Fondo Interbancario gli scenari sono dei più nefasti. LO mettono nero su bianco i commisari di Carige nella relazione pubblicata ieri e messa a disposizile dei soci.

I commissari scrivono:

“L’operazione di mercato proposta si configura quale operazione privata di salvataggio della Banca (a tutela di tutti gli stakeholders: clienti, dipendenti, azionisti) al fine di scongiurare una situazione di crisi irreversibile, che porterebbe alla sua liquidazione con totale perdita di valore. Infatti, in caso di mancata approvazione dell’Aumento di Capitale da parte dell’Assemblea, e, quindi, in assenza del Rafforzamento Patrimoniale, la Banca si troverà in una situazione di crisi, con conseguente sottoposizione della stessa e del gruppo ad essa facente capo ad azioni straordinarie e/o a misure da parte delle Autorità competenti, che potrebbero determinare la liquidazione coatta amministrativa della Banca, ovvero in alternativa l’applicazione, tra gli altri, degli strumenti di risoluzione delle crisi bancarie di cui al Decreto Legislativo 16 novembre 2015”.

Si andrebbe, in caso di mancata ricapitalizzazione, quelli di liquidazione o risoluzione. Il terzo scenario menzionato dagli stessi commissari dopo i primi due, è quello di una soluzione in stile Mps, ossia l’eventuale applicazione della ricapitalizzazione precauzionale “qualora ne sussistano i presupposti”.

 

Appello ai piccoli soci per il 20 settembre

L’assemblea del 20 settembre sarà quindi decisiva; servirà la presenza del 20% del capitale necessario per il quorum. Rimane l’incognita dell’adesione o meno all’operazione da parte di Malacalza Investimenti, azionista di riferimento con il 27,5% del capitale. I commissari Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener e il Fondo Interbancario hanno cercato l’appoggio dei piccoli soci, offrendo azioni gratuite a chi aderirà.

Lo Schema Volontario assegnerà azioni pari a 10 milioni di euro ai titolari di quote attuali fino allo 0,1% del capitale. Saranno privilegiati i soci che si presenteranno, anche per delega, in assemblea, indipendentemente dal voto espresso (anche se contrario o astensione): “Ne deriva un beneficio proporzionalmente molto più rilevante per i piccoli azionisti”, scrivo i commissari ai soci.

 

L’aumento da 700 milioni di euro (a cui si aggiungono 200 mln di bond subordinati, di cui 100 mln da CCB) prevede la conversione di 318 milioni di euro del bond già in mano allo Schema Volontario; 63 milioni sottoscritti da CCB; l’impegno del Fitd obbligatorio a sottoscrivere da 238 fino a 320 milioni se gli attuali soci non aderiranno all’aumento.

 

In data 9 agosto 2019 il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, lo Schema Volontario di Intervento del FITD, Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano S.p.A. e Banca Carige S.p.A. hanno firmato un accordo quadro vincolante finalizzato al rafforzamento patrimoniale della Banca e funzionale alla chiusura della procedura di amministrazione straordinaria nonché alla ricostituzione degli organi dell’amministrazione ordinaria della Società.

Il Piano Strategico aggiornato di intesa con FITD prevede ratio patrimoniali costantemente superiori ai target assegnati da BCE comprensivi di guidance (CET1 ratio pari all’11,8% e Overall Capital Requirement pari al 15,3%2) e un NPE ratio lordo costantemente inferiore al 5% in arco Piano. Il risultato netto (dopo le perdite straordinarie del 2019 legati agli effetti del derisking e della ristrutturazione) diventa positivo dal 2021 e si attesta a €74 milioni nel 2023, con un ROE pari a 6,2%.