Carovita: in Ue aumenti salariali sparsi, Italia ancora ferma
L’inflazione continua a mordere attestandosi, secondo gli ultimi dati Istat relativi al mese di aprile, a +0,2% su base mensile e +6,2% su base annua. Ma anche il resto d’Europa non se la passa bene ma una differenza sostanziale tra il nostro paese e gli altri stati membri c’è e riguarda le retribuzioni contrattuali.
Così, come riporta Repubblica, in Germania il sindacato IG Metall sta trattando un aumento dell’8,2% per gli 85 mila lavoratori delle acciaierie, mentre in Danimarca il sindacato Fnv chiede un aumento del salario minimo dai 10 ai 14 euro l’ora. Allo stesso mondo in Francia l’anno scorso ci sono stati tre aumenti del salario minimo, che nel complesso hanno portato a una crescita del 5,9%, mentre in Spagna a febbraio il salario minimo è arrivato a 1000 euro, con effetto retroattivo da gennaio, e suddiviso in 14 mensilità.
E in Italia? Come ha osservato Bankitalia nel suo ultimo bollettino, i recenti rialzi dei prezzi non si sono riflessi sulle retribuzioni contrattuali, la cui dinamica resta contenuta. Il nostro è uno dei pochi Paesi Ue a non avere un salario minimo, e ad aver registrato una diminuzione delle retribuzioni dal 1990 a oggi.
Da una ricerca di Barclays stilata attingendo ai dati delle singole nazioni, è emerso che, nel primo trimestre del 2022, nell’area euro la crescita dei salari è stata pari a +1,8% su base annua, dopo il +1,6% del quarto trimestre del 2021. E che, sulla base di contratti già raggiunti per il periodo 2022-2024, in Germania la crescita dovrebbe accelerare al ritmo pari a +2,5% entro la fine dell’anno. Nel caso dell’Italia, la crescita dei salari nel settore privato dovrebbe salire in modo graduale dal +1,7% a/a del 2022 al +1,9% del 2024, mentre i salari del settore pubblico potrebbero far fronte a un aumento del 4,8% su base annua, nel 2022, per poi riportare un trend piatto nel periodo successivo che porta al 2024 (in media dell’1,6% su base annua).
Il mese prossimo, l’Istat pubblicherà una nuova serie di previsioni sull’inflazione che fisseranno la linea di base per i prossimi negoziati salariali. La crescita salariale italiana nel marzo 2021 è rimasta debole allo 0,7% su base annua, con i salari dell’industria e dei servizi privati che sono cresciuti meno dell’1%. Gli ultimi dati disponibili, si legge nel report degli analisti del colosso bancario britannico, hanno mostrato una ripresa del momentum soprattutto nei paesi più piccoli, in particolare in Belgio, dove i salari sono indicizzati ai prezzi, e dove si è assistito al rialzo più sostenuto nel primo trimestre del 2022 (+4,5% su base annua), “mentre la crescita dei salari è stata stagnante sia in Italia che in Germania“.
Ma c’è chi si muove controcorrente. E’ il caso di Brembo che ha deciso di riconoscere un contributo straordinario di 1.000 euro lordi a ciascuno dei propri collaboratori in Italia. “In una fase in cui nel nostro paese il forte aumento del costo della vita sta incidendo in modo importante sul bilancio delle persone e delle famiglie, abbiamo voluto dare un segnale concreto a tutti i nostri collaboratori” ha commentato Matteo Tiraboschi, Presidente Esecutivo di Brembo. “Brembo ha sempre riposto particolare attenzione alle persone e anche in questa occasione vuole dimostrare loro la sua vicinanza.” Il contributo straordinario verrà corrisposto con la retribuzione del mese di maggio e il valore complessivo stanziato dall’azienda è di circa 6 milioni di euro.