Case: prezzi ancora al palo, segnali di ripresa solo nelle grandi città e nelle aree più richieste
In un quadro di compravendite in costante aumento e di un ritrovato senso di fiducia verso il mattone, i prezzi degli immobili residenziali rimango al palo, incapaci di seguire questo trend. Nei primi tre mesi dell’anno oscillazioni dei prezzi delle case rimangono in territorio negativo. Soltanto nelle grandi città e nelle aree cittadine più richieste emergono segnali di ripresa.
Continua la discesa dei valori immobiliari, il prezzo medio si aggira sui 1.800 euro/mq
Nel primo trimestre dell’anno i valori sul mercato immobiliare residenziale sono scesi dello 0,2%, secondo l’Osservatorio di Immobiliare.it. A livello nazionale il prezzo medio per l’acquisto di un immobile residenziale si aggira sui 1.800 euro al metro quadro. Il valore sale sui 2.000 euro al Centro e al Nord, mentre al Sud si spendono mediamente 1.500 euro/mq.
La discesa dei prezzi è più forte per le case usate. Secondo i dati del marketplace immobiliare idealista, il valore nominale delle case di seconda mano in Italia segna un decremento addirittura dell’1,2% nel primo trimestre dell’anno.
La mappa dei prezzi delle case
Il Sud è l’area che soffre maggiormente: qui i prezzi hanno perso lo 0,5% nei primi tre mesi dell’anno. Più contenuto il calo al Centro, con valori in discesa dello 0,3%, mentre il Nord sembra essere l’unica area del Paese dove il calo dei prezzi delle case sembra essersi arrestato.
A livello regionale, il trend negativo dei valori immobiliari investe tutte le regioni italiane ad eccezione del Piemonte e del Trentino Alto Adige. Tutte le altre regioni hanno chiuso il trimestre in saldo negativo con i ribassi maggiori nelle Marche e in Umbria; cali superiori all’1 per cento in altre nove regioni guidate da Lazio e Abruzzo. La Liguria si conferma la regione con i prezzi più elevati, a una media di 2.594 euro al metro quadro, seguita dalla Valle d’Aosta (2.426 euro/mq) e Trentino Alto Adige (2.406 euro/mq). La regione più economica si conferma invece la Calabria.
Il 2018 è partito male per oltre la metà dei capoluoghi italiani: più del 60% dei mercati provinciali ha archiviato il primo trimestre dell’anno in saldo negativo. In controtendenza solo le grandi città e i mercati più richiesti come Milano, Firenze, Venezia, Napoli e Bologna. Nel dettaglio, secondo l’Osservatorio di Immobiliare.it, Venezia, Firenze e Bologna le tre città dove la risalita dei valori immobiliari è più evidente: nella Laguna i 2.861 euro al metro quadro sono frutto di un aumento trimestrale dell’1,7%; nel capoluogo toscano, che con i suoi 3.580 euro/mq rimane quello più caro in assoluto, i prezzi sono cresciuti dell’1,6%; a Bologna l’oscillazione ha registrato il +1,5% (con una richiesta media di 2.697 euro/mq).
Positivo anche l’andamento dei prezzi a Milano, dove a fronte di un aumento dello 0,6% in tre mesi, si è consolidato il sorpasso sui costi del mattone a Roma, città in cui si spendono in media 3.224 euro/mq (-0,2%) contro i 3.256 euro del capoluogo meneghino. Gli altri capoluoghi di regione in cui il 2018 è partito con oscillazioni dei prezzi in positivo sono Napoli (+0,3%), Trento (+0,6%), Aosta (+0,7%) e Trieste (+0,8%). Dall’altra parte, nei primi tre mesi del 2018 i valori sono scesi di oltre l’1% a Campobasso (-1,9%), Genova (-1,1%) e Torino (-1%). Più contenute le oscillazioni dei restanti capoluoghi di regione.