Cassa Depositi e Prestiti: nel nuovo Piano industriale sostegno a 60mila imprese
Imprese, infrastrutture, Pubblica Amministrazione e Territorio, Cooperazione e Grandi partecipazioni strategiche: sono queste le quattro principali linee di intervento individuate dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti nel Piano industriale 2019-2021. Oltre 110 i miliardi di euro di risorse proprie che il Gruppo mobiliterà per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del Paese, attivando oltre 90 miliardi di risorse aggiuntive da investitori privati e altre istituzioni territoriali, nazionali e sovranazionali. Si apre una nuova fase di Cdp, dice l’amministratore delegato Fabrizio Palermo. “Stiamo introducendo un nuovo modello operativo che punta all’ulteriore rafforzamento delle competenze di Gruppo, alla semplificazione organizzativa e operativa. Una trasformazione di grande respiro, che ci consentirà di attivare ingenti risorse in favore di imprese e territori, aumentando il numero e l’efficacia dei nostri interventi per favorire la crescita del Paese”.
CDP: “Piena tutela del risparmio”
Obiettivo di Cdp, con il Piano approvato oggi, è attivare complessivamente 203 miliardi di euro tra il 2019 e il 2021, circa il 32% in più rispetto al triennio 2016-18. Una cifra rilevante che, si legge nel comunicato stampa, sarà ottenuta dall’impiego di 111 miliardi (+23%) di risorse proprie e dall’attivazione di 92 miliardi di euro (+47%) di risorse da investitori privati e altre istituzioni territoriali, nazionali e sovranazionali. In tal modo il Gruppo contribuirà, si legge nel comunicato stampa, in maniera significativa alla crescita sostenibile del Paese. Tutti gli interventi previsti verranno realizzati assicurando l’equilibrio economico – patrimoniale e, quindi, la piena tutela del risparmio che le famiglie affidano a CDP attraverso Buoni e Libretti postali.
Le misure per le imprese
Soffermandoci sul pacchetto di interventi che Cdp ha previsto per le imprese, il Piano Industriale prevede di mobilitare nel triennio 83 miliardi di euro di risorse per favorire l’innovazione e la crescita anche internazionale delle imprese italiane, attraverso la creazione di un’unica offerta di Gruppo e la semplificazione dei canali di accesso. Obiettivo è ampliare il numero di aziende sostenute, con un target di 60.000 imprese con un focus crescente sulle PMI. Nel dettaglio il Gruppo prevede per le imprese l’ampliamento delle attività di finanziamento a medio -lungo termine anche con risorse, agevolazioni e garanzie italiane ed europee, interventi più incisivi nel venture capital anche mediante una SGR dedicata e fondi per incubatori/acceleratori. Al fine di favorire la crescita domestica e internazionale, CDP prevede l’ampliamento di finanziamenti e garanzie dirette per investimenti, il rafforzamento dell’operatività del Gruppo SACE a supporto delle esportazioni italiane, il riassetto degli strumenti
di equity fino al lancio di fondi di filiera in settori quali meccanica, agroalimentare, white economy. Infine verrà facilitato l’accesso delle PMI al credito diretto anche coinvolgendo altri investitori con strumenti quali basket bond regionali e al credito indiretto in collaborazione con le banche e mediante garanzie o fondi nazionali ed europei. Da ultimo CDP prevede l’introduzione di un nuovo modello distributivo multicanale in cui l’impresa avrà un unico referente per accedere a tutti i prodotti del Gruppo, inoltre la rete territoriale sarà ampliata prevedendo almeno un presidio in ogni regione italiana e per supportare le piccole e medie imprese saranno potenziati il canale digitale e la collaborazione con reti terze.
Dimissioni immobiliari nella manovra
Cassa Depositi e Prestiti inoltre nelle ultime ore è tornata alla ribalta in merito alle modifiche alla manovra. Secondo quanto scrive Repubblica, il governo starebbe pensando di cedere alcuni degli immobili pubblici alla Cassa depositi e prestiti, per un valore totale di 1,8 miliardi di euro. La Cdp, che dal 2002 non fa più parte della pubblica amministrazione, potrebbe poi trasformare “il suo attivo in azioni di un mega fondo cui gli immobili verrebbero conferiti”.