Centro Italia: a due anni dal terremoto la ripresa non c’è, il freno della burocrazia
A due anni dal terremoto dell’agosto 2016 che ha colpito il Centro Italia, la ripresa non c’è. Colpa anche della burocrazia con una giungla di provvedimenti emanati proprio per gestire gli interventi di ricostruzione.
E’ ancora molto difficile il ritorno alla normalità nelle regioni del Centro Italia colpite dal terremoto del 2016. Gli eventi sismici di due anni fa hanno coinvolto 65mila imprese di 138 comuni distribuiti in quattro regioni (Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria). Di queste oltre 15mila sono artigiane, vale a dire 1 su 4. Un tessuto imprenditoriale che fatica a risollevarsi: secondo i dati di Confartigianato, il trend dell’occupazione mostra un gap di 3 punti rispetto alla media nazionale, la demografia delle imprese rimane negativa, pur con qualche segnale di ripresa nelle costruzioni, e l’accesso al credito rimane molto difficile.
Dopo il terremoto, lo tsunami della burocrazia. La ricostruzione nelle aree colpite non è sicuramente favorita dalla complessità della normativa che dovrebbe guidare invece la gestione degli interventi di ripristino. Un monitoraggio sul campo effettuato a luglio di quest’anno sui principali atti normativi – nel totale se ne contano 145 – mette in evidenza che dalla prima scossa del 24 agosto del 2016 sono state emanate 9 leggi, 58 ordinanze del Commissario Straordinario, 31 ordinanze del Capo del Dipartimento di Protezione Civile pubblicate in Gazzetta Ufficiale e 35 circolari della Protezione Civile. Inoltre a questi atti normativi si aggiunge anche 1 decreto del Mef, 1 decreto legge non convertito, 6 delibere del Consiglio dei Ministri, 2 decreti del Presidente della Repubblica e 2 decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.