Cgia: oggi e il primo maggio al lavoro quasi cinque milioni di italiani
C’è un’Italia che non si ferma per le feste, ma lavora anche il 25 aprile e il primo maggio. Secondo i dati diffusi dall’ufficio studi della Cgia di Mestre oggi e il primo maggio quasi 5 milioni di italiani lo passeranno a lavoro: praticamente un occupato su cinque.
Il settore dove la presenza degli occupati nei giorni di festa è più elevato rimane quello legato al turismo, in particolare alberghi/ristoranti: i 688.300 lavoratori dipendenti coinvolti incidono sul totale degli occupati dipendenti dello stesso settore per il 68,3 per cento. L’indagine della Cgia indica al secondo posto il commercio (579.000 occupati pari al 29,6 per cento del totale), poi la Pubblica amministrazione (329.100 dipendenti pari al 25,9% del totale), la sanità (686.300 pari al 23% del totale) e i trasporti (215.600 pari al 22,7%).
Secondo queste elaborazioni riferite al 2016, sono precisamente 4,7 milioni gli italiani che lavorano di domenica o nei giorni festivi. E una buona parte di questi sarà in negozio, in fabbrica o in ufficio anche oggi e il prossimo primo maggio. Tra questi 4,7 milioni, 3,4 sono lavoratori dipendenti e gli altri 1,3 sono autonomi (artigiani, commercianti, esercenti, ambulanti, agricoltori, etc.). Se 1 lavoratore dipendente su 5 è impiegato alla domenica, i lavoratori autonomi, invece, registrano una frequenza maggiore: quasi 1 su 4.
“Negli ultimi 10 anni – ricorda il coordinatore dell’ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – gli occupati nei giorni festivi sono aumentati soprattutto tra i dipendenti e in misura più contenuta anche tra gli autonomi. Nel settore del commercio, grazie alla liberalizzazione degli orari introdotta dal Governo Monti, una risposta alla crisi è stata quella di accrescere i giorni di apertura dei negozi”.
“Con gli outlet e i grandi centri commerciali – prosegue Zabeo – che durante tutto l’anno faticano ormai a chiudere solo il giorno di Natale e quello di Pasqua, anche le piccolissime attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, sono state costrette a tenere aperto anche nei giorni festivi per non perdere una parte di clientela”.