Cina mercato chiave per il Made in Italy: prodotti tricolore nella top ten dei beni importati
Da una parte la guerra commerciale tra le due superpotenze Cina e Stati Uniti che non sembra arrestarsi, ma dall’altra i brand internazionali guardano a Pechino come terra di opportunità visto che la vendita di beni di consumo nel 2017 è valsa 36.600 miliardi RMB. E’ il nuovo report di Deloitte dal titolo “New retail reinvigorates China’s imports. New technologies, new models, and new channels”, che mette in luce le potenzialità del mercato interno cinese, analizzando i trend di spesa e definendo il profilo del nuovo consumatore.
Cina: crescono negli scaffali i prodotti stranieri
Nei primi sei mesi del 2018, il contributo della spesa per i consumi finali alla generazione del PIL è stato pari al 78.5%: un valore che continua a crescere dal 2014, confermando il ruolo fondamentale che i consumi ricoprono oggi per lo sviluppo del Paese e per la domanda globale. Sugli scaffali in Cina si trovano sempre più prodotti internazionali come conferma l’aumento delle importazioni dei beni di consumo, passate dal 2% del 2006 al 4,4% del 2016. A spingere i consumi sono da una parte l’avvento sempre più dirompente della tecnologia e dall’altra i millennial cinesi, alla ricerca di prodotti di alta qualità, personalizzati e internazionali. Proprio i nati dopo il 1990 rappresentano un importante segmento per la crescita della domanda interna e trainano la richiesta di beni stranieri acquistati tramite cross-border e-commerce.
“I consumi sono sempre più guidati dalla digitalizzazione, che ha trasformato radicalmente i mezzi a disposizione dei retailer e, al contempo, ha alzato l’asticella dell’esperienza d’acquisto desiderata” nota Claudio Bertone, Senior Partner Deloitte e Responsabile per il settore Retail. “Dai nostri ultimi studi emerge che il canale digitale si sta affermando come punto di accesso privilegiato al mercato cinese: nei primi due mesi del 2019 lo shopping online ha costituito il 16,5% del totale delle vendite al dettaglio in Cina, per un giro d’affari che si attesta attorno ai 1100 miliardi RMB, salendo del 19,5% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente”.
I prodotti più richiesti dai consumatori cinesi
I prodotti importati più richiesti dai consumatori cinesi sono quelli per la cura della persona e per l’infanzia, i cosmetici ma anche gli alimentari. Nel 2017 le importazioni di frutta, verdura, tè e caffè sono cresciute dell’11,72% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore complessivo di $15,7 miliardi; al contrario, l’import di carne è calato del 3,8% a favore di cibi più salutari. In questo quadro, anche le importazioni di prodotti chimici di uso quotidiano (38,1%), abbigliamento (17,8%), prodotti per la casa (15,8%) sono cresciuti rapidamente. I farmaci e i prodotti per la salute hanno attivamente contribuito alla crescita delle importazioni in Cina, pesando da soli per il 23,1% sulla bilancia commerciale nel 2017, un dato che è avvalorato dalla struttura demografica di un paese in cui la popolazione over 65 aumenta ogni anno sensibilmente.
Made in Italy tra i preferiti
E tra i beni di consumo importati in Cina, l’Italia si piazza al sesto posto. L’Europa difatti, dice il report di Deloitte, è il maggior partner commerciale della Cina. A guidare i paesi dell’eurozona per esportazioni di beni di consumo è la Germania, che nel 2016 ha fornito il 12% del totale dell’import cinese, seconda solo agli Stati Uniti. L’Italia segue al sesto posto, insieme a Francia e Regno Unito, rappresentando il 4% delle esportazioni in Cina nello stesso periodo. “La Cina si conferma un mercato chiave per il Made in Italy”, ricorda Patrizia Arienti, Senior Partner Deloitte e Responsabile Consumer Industry. “Solo lo scorso anno l’export di beni italiani verso la Cina è stato pari al 2,8% del totale esportato nel mondo – una cifra che l’Italia sta puntando ad accrescere stringendo i rapporti tra i due Paesi”.