Clima: tre quarti degli italiani credono che la transizione verde migliorerà la loro qualità di vita
Tre quarti degli italiani ritengono che la transizione verde migliorerà la loro qualità di vita con effetti positivi sulla qualità degli alimenti o della salute. Le politiche volte a contrastare l’emergenza climatica sono considerate una buona notizia anche per il mercato del lavoro: quasi tre quarti degli italiani (73%) ritengono che esse avranno un impatto netto positivo sui livelli occupazionali nel paese perché creeranno più posti di lavoro di quanti ne elimineranno. Inoltre il 60% ritiene che le politiche verdi miglioreranno il proprio potere d’acquisto. Questo dato è superiore di 22 punti percentuali alla media dell’UE, pari al 38%.
Questi sono alcuni dei risultati dell’ultima pubblicazione dell’Indagine della BEI sul clima 2021-2022, diffusa oggi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). La BEI è il braccio finanziario dell’Unione europea e uno dei maggiori finanziatori multilaterali mondiali di progetti in campo climatico. Secondo gli italiani, le sfide relative ai cambiamenti climatici sono destinate a durare: sebbene oltre un terzo (37%) di loro ritenga che l’emergenza climatica sarà sotto controllo entro il 2050, il 61% degli intervistatati crede che essa continuerà a rappresentare una problematica seria alla metà del secolo.
Come gli italiani adegueranno lo stile di vita nel lungo periodo
Dalla ricerca inoltre emerge che gli italiani sono consapevoli della necessità di modificare i propri stili di vita per contrastare i cambiamenti climatici. Secondo un terzo degli intervistati (31%), la maggior parte delle persone non possiederà più un’automobile tra 20 anni, mentre il 64% pensa che molti lavoreranno da remoto per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. Infine, quasi la metà (42%) degli intervistati pensa che la maggior parte delle persone adotterà una dieta vegetariana, mentre il 54% prevede che a ogni cittadino sarà assegnata una quota prestabilita di energia (un dato superiore di 6 punti percentuali alla media europea, pari al 48%).