Commercio abusivo: giro d’affari per 22 miliardi, è boom sul web. Se si azzerasse possibile un taglio dell’Irpef
Il commercio abusivo non conosce crisi, anzi genera un fatturato miliardario e continua a espandersi su ogni canale commerciale. Soprattutto sul web. Un fenomeno che danneggia non solo le imprese che operano nella legalità, ma anche lo Stato.
Secondo le stime elaborate da Confesercenti, l’abusisvismo nel commercio e nel turismo genera ogni anno un giro di affari di 22 miliardi di euro, pari al 14% del fatturato dei due comparti. E che danneggia non solo le imprese che operano nella legalità, ma anche lo Stato, causando un danno erariale di 11,5 miliardi di euro in mancato gettito fiscale e contributivo. Se le attività abusive fossero azzerate, l’Erario recupererebbe abbastanza entrate per finanziare un cospicuo taglio dell’Irpef. Ci guadagnerebbe anche l’occupazione: la regolarizzazione farebbe emergere 32mila posti di lavoro aggiuntivi.
Un comparto in cui si registra una crescita delle vendite irregolari di prodotti/servizi è quello dell’online. Tra attività irregolari, fraudolente o del tutto sommerse, il nero dell’online è infatti oramai fenomeno oltre i livelli di guardia, con un fatturato di circa 700 milioni di euro l’anno. I consumatori vengono truffati via web in ogni parte d’Italia, anche se le denunce arrivano con maggiore frequenza soprattutto dalle province del nord. Complessivamente si stima che oltre un consumatore su quattro (25,6%) si sia trovato a comprare almeno una volta un prodotto o un servizio illegale o contraffatto sul web. Ad essere colpiti da contraffazione e abusivismo online sono soprattutto elettronica, moda (in particolare capi di lusso o grandi firme) ma anche farmaci ed integratori.