Finanza Notizie Italia Commissione Finanze Senato approva risoluzione: bail-in solo su strumenti emessi dal 2016

Commissione Finanze Senato approva risoluzione: bail-in solo su strumenti emessi dal 2016

13 Dicembre 2017 12:20

Il bail-in riguarderà solo gli strumenti finanziari che sono stati emessi dopo il 1° gennaio del 2016. E’ quanto ha deciso la Commissione Finanze del Senato che, stando a quanto ha annunciato il presidente Mauro Maria Marino (PD), “ha approvato all’unanimità la risoluzione sul pacchetto bancario proposto dall’Unione europea, in vista della revisione della direttiva sulle crisi degli enti creditizi”. 

“I punti fondamentali – si legge – sono il mantenimento del trattamento di favore dei titoli di stato nel calcolo del rischio di credito, e l’applicazione del bail-in solo per gli strumenti finanziari emessi dopo il 1° gennaio 2016″.

“La commissione Finanze – continua Marino – appoggia il Governo italiano affinché in sede europea sia definito un minimo di coefficiente di leva finanziaria per le banche, il rafforzamento della disciplina di favore per i crediti verso le piccole e medie imprese e i progetti infrastrutturali”

Marino ha precisato che “si tratta di misure che l’Unione Europea adotterà nel prossimo futuro e la commissione Finanze partecipa con unanime consenso alla ridefinizione delle regole bancarie per restituire fiducia nel sistema finanziario, ristabilire condizioni di equilibrio e sostenibilità e di attenzione massima alle esigenze proprie del sistema bancario italiano”.

Sulle nuove regole di bail-in che sono state proposte dall’Unione europea, vale la pena ricordare che una ‘rivoluzione’ rispetto all’attuale assetto sarebbe rappresentata dall’introduzione dei titoli bailinable, ovvero bond sottoposti a bail-in, capaci di dare alla banca un ulteriore cuscinetto in caso di crisi.

Nel mese di giugno, durante la riunione dell’Ecofin, i ministri delle Finanze europei hanno raggiunto una intesa riguardo alla necessità di modificare la direttiva bancaria che disciplina il bail-in, la BRRD e l’introduzione di questo nuovo bond è spiegata nel capitolo “Creditor hierarchy in insolvency proceedings” del comunicato dell’Ecofin.

Con l’accordo, praticamente, i ministri hanno cercato di garantire una sorta di certezza riguardo a quello che, in caso di bail-in, potrebbe essere il danno futuro che ricadrebbe sui risparmiatori, a seconda dei bond detenuti.

Non che una classifica in tal senso non fosse presente: ma alcuni dettagli, soprattutto riguardo al tipo di obbligazione detenuta, generavano ancora molta confusione.

Tra l’altro erano state le stesse nuove regole adottate dopo la crisi dei debiti sovrani in Eurozona degli anni 2010-2012, a richiedere alle banche di emettere debiti, dunque bond, volti proprio ad assorbire le perdite in caso di liquidazione.