Commissione Ue bacchetta l’Italia: debito non scende come richiesto, Roma non faccia dietrofront su riforma pensioni
L’Italia si trova di fronte alla “necessità di rendere esecutive” le riforme già adottate sulle pensioni. E’ quanto auspica il numero due della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nel sottolineare che l’attuazione di tali riforme è importante per assicurare “la sostenibilità di lungo termine del debito italiano”.
Che non ci sia nessun dietrofront nel capitolo pensioni, insomma. Bruxelles è chiara su questo punto.
In generale, non solo l’Italia non soddisfa ancora Bruxelles ma, con il suo “elevato debito rimane (anche) fonte di preoccupazione“.
Per ora, soprattutto in vista delle elezioni politiche italiane dell’anno prossimo, il giudizio è parziale. Il verdetto è rimandato ed è atteso per il mese di maggio, dunque dopo che gli italiani si saranno recati alle urne.
Nel frattempo, il vicepresidente Ue Valdis Dombrovkis e il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, confermano quanto trapelato nei giorni scorsi: la Commissione europea ha inviato a Roma una lettera con una richiesta di chiarimenti. Il destinatario della missiva è il ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan.
“Torneremo a valutare il rispetto, da parte dell’Italia, delle regole Ue sul taglio del debito nella primavera del 2018”, conferma Bruxelles, stimando tuttavia la necessità di una correzione del deficit strutturale, per il 2018, di “almeno 0,3 punti”.
Ma nell’anticipazione all’Ansa, Dombrovskis aveva già manifestato il suo scetticismo:
Nell’opinione sulla legge di bilancio 2018, dopo aver preso in considerazione “”i fattori rilevanti come l’incertezza sulla stima dell’output gap, il bisogno di bilanciare l’aggiustamento con il sostegno alla crescita, siamo dell’opinione che serva un aggiustamento fiscale di almeno 0,3 punti l’anno prossimo – aveva fatto notare – E’ lo stesso pianificato dall’Italia, ma attualmente non lo vediamo ancora interamente presente”, tanto che le previsioni della Commissione sono di un aggiustamento di appena a 0,1 punti.
Nell’opinione, si legge ancora che “la Commissione Ue conclude che c’è un rischio di non rispetto del Patto, e quindi invita le autorità italiane a prendere le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio per assicurare che sia in linea con il Patto”.
L’Italia fa parte di quei cinque paesi -gli altri sono Belgio, Austria, Portogallo e Slovenia, – che rischiano insomma una “significativa deviazione” rispetto al percorso di risanamento dei conti.
Moscovici tiene tuttavia a non drammatizzare l’invio della lettera all’Italia e ricorda che “il compito della Commissione non è mai porre problemi e indicare responsabili, ma trovare soluzioni nel dialogo”.
Su questo stesso approccio, precisa, si basa “lo spirito della lettera al ministro Padoan”, fermo restando che “ci sono degli scarti che devono essere colmati”.
Per scarto si intende per l’appunto la differenza tra quella correzione dello 0,3% sul deficit strutturale che l’Ue ritiene fondamentale che l’Italia faccia – e che è stata stimata anche dal governo – e un intervento pari a solo lo 0,1% – dunque inferiore alle necessità rilevate – che il paese, secondo la Commissione, finirà per fare: differenza che, quantificata, corrisponde a 3,5 miliardi di euro.