Con spazi esterni e metratura più ampia: il superbonus spinge il mattone nel 2021
Dopo il lockdown nel 2020 il mercato immobiliare torna a sorridere. Nel dettaglio lo scorso anno è aumentata la domanda di abitazioni indipendenti e semindipendenti, tendenza che si conferma anche nel 2021, grazie in parte alla spinta del superbonus, così come la domanda di case con spazi esterni e dalla metratura più ampia. Questa la fotografia dello stato di salute del mattone italiano realizzata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa nei primi mesi del 2021 e per l’intero 2020.
Dai mutui alle locazioni: il mattone italiano nel post pandemia
Andando nel dettaglio, focalizzandosi sul mercato dei mutui, sia il 2020 sia i primi mesi del 2021 segnalano una tenuta del segmento della prima casa e della casa vacanza ma una contrazione del segmento dell’investimento. Gli investitori, infatti, soprattutto nelle metropoli e se indirizzati verso gli affitti brevi, si sono fermati. Si stanno però attivando piccoli risparmiatori che considerano il mattone ancora una valida modalità di impiego del capitale, meno volatile di altre forme di investimento e, soprattutto, in grado di essere un vero bene rifugio. E questo è un importante segnale di fiducia nel settore.
Il 2020 ha visto chiudere i prezzi degli immobili con -1,5% ma la prima parte del 2021 registra segnali di crescita in quasi tutte le grandi città, a cominciare da Milano che, insieme a Verona e Bari, avevano chiuso in positivo anche il 2020. Un leggero recupero delle quotazioni interessa anche realtà più piccole che offrono una vita più a misura d’uomo. Alcune realtà dell’hinterland sembrano uscire a testa alta da questo periodo, soprattutto se ben collegate con le metropoli. Bene anche le periferie delle grandi città. Si conferma la rivalutazione degli immobili con spazi esterni.
Il mercato delle locazioni chiude il 2020 con canoni in ribasso (-1,6% il ribasso dei canoni di locazione dei monolocali, -2,2% il ribasso dei canoni di locazione dei bilocali e dei trilocali) in seguito all’incremento dell’offerta di immobili soprattutto nelle grandi città. La crescita dei canoni, dal secondo semestre del 2015, non si era mai arrestata a causa della diminuzione dell’offerta residenziale determinata dalla destinazione di molti immobili al segmento degli affitti brevi. Da giugno invece si segnala un buon movimento di richieste di studenti universitari e di lavoratori fuori sede (la cui domanda è venuta meno nel lockdown) parzialmente richiamati dalle università e dalle aziende.