Confcommercio: a giugno “ecatombe” consumi. Crollo del 15,2%
L’economia tricolore stenta a ripartire e questo nonostante i “rimbalzi” mensili di alcuni indicatori. Secondo i dati della Congiuntura Confcommercio, nel confronto annuo l’indicatore dei consumi segnala un calo del 15,2%, dato meno negativo se confrontato con il trimestre precedente, ma ancora lontano dai valori pre-pandemia. Nel complesso del secondo trimestre, continua l’associazione guidata da Carlo Sangalli, la riduzione è stata, nel confronto con lo stesso periodo del 2019, del 29,7%, valore che si attesta al 54,5% per la domanda di servizi.
Consumi in calo di oltre il 15%: un’ecatombe secondo il Codacons
Una vera e propria “ecatombe” per i consumi come afferma il Codacons. “Nonostante le riaperture e la ripresa delle attività commerciali i consumatori non comprano, a dimostrazione delle difficoltà economiche che investono milioni di famiglie – spiega il presidente Carlo Rienzi – La crisi legata al lockdown ha prodotto un depauperamento dei redditi che si traduce in una forte contrazione dei consumi presistente anche nella Fase 3. Una situazione che mette a rischio migliaia di negozi e di posti di lavoro e che deve essere affrontata dal Governo attraverso misure specifiche per incrementare il potere d’acquisto delle famiglie, a partire dal taglio dell’Iva e da una riduzione della pressione fiscale” – conclude Rienzi.
Se per l’alimentare, dopo il moderato aumento registrato nei mesi di lockdown, si conferma una stabilizzazione, per altri segmenti il rimbalzo di aprile e maggio ha solo attenuato i contorni di una situazione estremamente grave. Per la filiera turistica, che nei mesi estivi concentra gran parte del fatturato annuo, la distanza tra una situazione normale e quella attuale è abissale, così come per l’abbigliamento e per il segmento delle auto, settori vitali per la ripresa del Paese. Le prospettive a breve, continua l’associazione, si confermano piene di incognite, anche in considerazione delle difficoltà che vivono molte famiglie. Il quadro d’insieme indica come, pur in presenza di un tessuto imprenditoriale vivace e coraggioso, sia le riduzioni più profonde di quanto atteso ad aprile sia una ripresa più lenta a maggio e giugno, comporteranno una revisione della variazione del PIL per il 2020 in prossimità del -9%/-10%.