Confcommercio: da eventuale fiammata inflazionistica rischi per i consumi di Natale
Inflazione e aumento delle spese obbligate potrebbero ridurre i consumi nei prossimi mesi, con il rischio di rallentare la crescita del Paese. L’alert è quello che arriva da Carlo Sangalli, il presidente di Confcommercio commentando una stima dell’Ufficio Studi sugli effetti di un rialzo dell’inflazione sui consumi delle famiglie nel quarto trimestre 2021.
Ebbene, secondo l’associazione, un’eventuale fiammata inflazionistica negli ultimi mesi di quest’anno ridurrebbe fortemente i consumi delle famiglie con il rischio di impattare negativamente anche sugli acquisti di Natale e rallentare la crescita nel 2022. Infatti, nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi – non tanto irrealistica di un’inflazione al 4%; in entrambi i casi, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida; su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas:
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi, dalle previsioni dei principali paesi dell’area euro delle variazioni degli indici di prezzo non sembra emergere ancora alcuna preoccupazione per i possibili generalizzati rialzi dei prezzi al consumo nel prossimo futuro. “Occorre, dunque, utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr e iniziare a ridurre finalmente la pressione fiscale su famiglie e imprese, a partire dal costo del lavoro. Solo così si possono rilanciare investimenti e consumi”: così il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Codacons: condiviso allarme della Confcommercio
Il Codacons condivide l’allarme sui consumi di Natale lanciato oggi da Confcommercio, e chiede al Governo di correre ai ripari per salvare le feste degli italiani e il commercio.
“Una riduzione dei consumi per 5,3 miliardi equivarrebbe ad una minore spesa pari a -204 euro a famiglia solo in occasione del Natale – spiega il presidente Carlo Rienzi – Sul commercio e sugli acquisti delle famiglie pesa non solo la fiammata dell’inflazione, ma anche i forti rincari delle bollette luce e gas e la crisi delle materie prime che sta determinando incrementi dei listini in tutti i settori”.
“Il rischio concreto è quello di un Natale “in bianco”, con una forte riduzione dei consumi in tutti i settori legati alla festività, dai regali agli addobbi, passando per viaggi e alimentari, ed effetti a cascata per l’economia nazionale in un momento in cui la ripresa dovrebbe essere sostenuta e aiutata – prosegue Rienzi – Per questo ribadiamo la nostra richiesta al Governo di intervenire adottando come prima misura la riduzione delle tasse sui carburanti, tagliando Iva e accise su benzina e gasolio in modo da contenere la spesa delle famiglie per i rifornimenti e limitare la crescita dei prezzi al dettaglio, con benefici per consumatori, imprese e industria”.