Confcommercio: “Non possiamo accettare aumento Iva. Flat tax sia progressiva ed equa”
Prima di parlare di qualsiasi riforma fiscale c’è una condizione da cui non si può prescindere, ossia eliminare definitivamente gli aumenti delle aliquote IVA previsti nel prossimo biennio che, tradotti in numeri significano 51 miliardi di euro di maggiori imposte. Lo afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli all’assemblea generale 2019.
Stop aumento Iva, riforma fiscale e del lavoro: le priorità secondo Confcommercio
“Apprezziamo certo le rassicurazioni sul disinnesco delle clausole, che spesso riceviamo da illustri esponenti del Governo – afferma Sangalli – ma siamo e restiamo preoccupati”. “Siamo preoccupati perché vanno spiegati bene agli italiani quali passi concreti si stiano facendo per il recupero di risorse per evitare gli aumenti dell’Iva” continua Sangalli. “Non possiamo accettare che si aumenti l’Iva per stanchezza, per mancanza di coraggio, per una sorta di inceppamento intellettuale che si arrende alla sfiducia, all’incapacità di progettare strategie alternative”. Oltre allo stop all’aumento dell’Iva, Sangalli pone l’accento sulle necessità di perseguire un’altra priorità urgente, ossia il processo di riordino e progressiva riduzione delle aliquote d’imposta sui redditi personali. La Flta tax in particolare secondo Sangalli, deve realizzarsi seguendo tre principi: semplicità degli adempimenti; equità di una “no tax area” che valga per lavoro dipendente e autonomo; progressività, anche attraverso un uso accorto delle detrazioni e delle deduzioni d’imposta.
Sul nodo risorse, il numero uno di Confcommercio individua la copertura dalla riduzione della spesa pubblica improduttiva, dalle dismissioni di patrimonio, dal contrasto e dal recupero di evasione ed elusione.
Ma oltre all’aumento Iva e al riordino fiscale, la grande riforma fiscale italiana dovrà passare dalla deducibilità dell’IMU gravante sugli immobili strumentali delle imprese e dall’introduzione di un’unica “local tax” che accorpi, quantomeno, le attuali IMU e TASI. Ma non solo riforma delle imposte ma anche taglio del cuneo fiscale. E sul salario minimo Sangalli chiede che lo Stato riconosca il ruolo delle parti sociali.
Codacons: per una volta consumatori e commercianti dalla stessa parte
Il Codacons condivide pienamente l’allarme lanciato oggi da Confcommercio sull’aumento dell’Iva. “Consumatori e commercianti per una volta sono dalla stessa parte e lottano insieme contro le clausole di salvaguardia che avrebbero effetti devastanti per le tasche degli italiani e per gli esercenti – afferma il presidente Carlo Rienzi – L’aumento delle aliquote deve essere evitato ad ogni costo, perché in un momento storico in cui la spesa è stagnante, un rialzo dei prezzi al dettaglio determinerebbe il crollo dei consumi con un effetto domino sul commercio, sull’occupazione e sui conti pubblici”.
“Con una procedura d’infrazione alle porte, non ci si può illudere di trovare le risorse dalla riduzione della spesa pubblica improduttiva e dal contrasto all’evasione. Sarebbe bello, ma è pura fantasia” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori secondo cui l’unica via sarà tagliare il bonus di 80 euro, pari a 9,4 mld, le detrazioni per il recupero edilizio, 6,8 mld, le detrazioni per le spese sanitarie, 3,3 mld, l’esenzione Irpef per la prima casa, 3,6 mld, e così facendo si arriverà esattamente a quei 23,1 mld che serviranno ad evitare l’aumento dell’Iva.