Consob, Savona fedele al suo Dna: ‘anche autorità alimentano speculazioni BTP’. E ‘serve safe asset alternativo a Bund’
Sarà diventato anche numero uno della Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati in Italia, ma il suo Dna di euroscettico è ben visibile, magari smorzato dal ruolo che sta ricoprendo, che gli dà un margine di libertà inferiore, rispetto a quello concesso dalla precedente carica di ministro degli Affari europei. L’economista Paolo Savona parla a 360 gradi e non manca di lanciare più di una frecciatina: rivolta alle stesse autorità, che hanno il potere loro malgrado di fomentare la speculazione sui BTP; a quei giudizi negativi sul debito pubblico italiano, che spesso sfociano in pregiudizi. Savona parla anche di Bitcoin & Co, laddove auspica che le criptovalute diventino di monopolio pubblico.
Nel descrivere l’Italia, l’economista riprende il mito della caverna di Platone che chiama erroneamente caverna di Socrate (c’è da dire che il mito comunque si riferisce al processo contro il filosofo).
A più riprese, nella sua prima nelle vesti di presidente della Consob all’incontro annuale con la comunità finanziaria, l’economista che si improvvisa filosofo sembra voler rimarcare la differenza che sussiste tra realtà e percezione. E’ lui, Paolo Savona, il detentore della realtà dell’Italia? Tutte le altre istituzioni sono invece colpevoli di avere pregiudizi nei confronti dell’Italia e non hanno dunque compreso la realtà vera delle cose? Insomma, hanno tutti una percezione distorta dell’Italia?
Il messaggio dell’ex ministro sembra essere proprio questo.
Riguardo alla presenza di pregiudizi nei confronti dell’Italia, Savona sottolinea che, “senza voler negare l’esistenza di problemi interni al Paese – efficamente analizzati nelle recenti Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia -i giudizi negativi non di rado espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati appaiono prossimi a pregiudizi, perché resi su basi parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società: la forza competitiva delle nostre imprese a livello globale e il nostro buon livello del risparmio”.
Ed eccola qui l’analogia con la caverna: “E’ come se l’Italia fosse collocata dentro la ‘caverna di Socrate’ dove le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà. Per giunta in presenza di un continuo vociare a senso unico“.
Vale la pena riprendere il mito della caverna di Platone. Raccontato all’inizio del libro settimo de La Repubblica, il mito è dedicato al processo che Socrate dovette subire.
Nella caverna di Platone sono intrappolati alcuni prigionieri, incatenati fin da piccoli, in grado di scorgere solo qualche ombra proiettata sulla parete che è di fronte a loro. Non conoscendo la luce, i prigionieri ritengono che queste ombre siano l’unica realtà esistente.
Il mito continua, con Platone che immagina che uno schiavo venga liberato e riesca dunque a capire che quelle ombre che ha visto per tutta la sua vita non hanno mai rappresentato la realtà delle cose. Pian piano l’ex schiavo inizia a distinguere gli oggetti presenti nel mondo reale e a guardare bene il sole. Tornato nella caverna, viene tuttavia ucciso dai suoi compagni, nonostante il suo tentativo di convincerli a fuggire per vivere il mondo reale delle cose e avvicinarsi, dunque, alla verità e al bene.
Altro estratto interessante del discorso di Savona è quello con cui, magari non direttamente, si parla della presunta responsabilità che le autorità avrebbero negli attacchi speculativi che colpiscono gli asset italiani.
“La gran parte dei titoli di Stato italiani è ora nelle mani degli intermediari nazionali, come banche, assicurazioni e fondi comuni, e in minor misura dall’estero. Il potere di valutare il rischio di rimborso si è trasferito sul mercato senza un adeguato contrasto alla speculazione che non di rado trova alimento nell’attitudine delle autorità a usarlo come vincolo esterno per indurre gli Stati membri a rispettare i parametri fiscali concordati a livello europeo”.
SAVONA: BUND TEDESHI NON SIANO UNICO ASSET EUROPEO CONSIDERATO SAFE ASSET
Fa riflettere anche la sua riflessione sui Bund tedeschi, che non è giusto che siano l’unico asset europeo considerato safe asset.
“Un contributo significativo alla stabilità finanziaria verrebbe dalla creazione di un titolo europeo privo di rischio (European safe asset). Ma il punto, continua, è che “l’unico safe asset esistente oggi in Europa è di fatto il Bund tedesco. Il sistema è asimmetrico, dato che l’emissione è controllata da un solo Paese, ma la domanda viene da tutti i membri dell’unione monetaria. Tale asimmetria – sostiene Savona – è un fattore di instabilità del sistema finanziario dell’eurozona. Esso comporta fughe di capitali durante le crisi, ostacolando il corretto funzionamento della politica monetaria comune”.
Il ragionamento del presidente della Consob è che a fronte di una offerta “sempre più scarsa” e di una domanda “crescente” dei titoli di stato tedeschi, il risultato è che la “liquidità europea è spinta verso l’esterno, principalmente verso i Treasury bill e bond americani” con “offerta in espansione e rendimenti crescenti”.
Tutto ciò crea “distorsioni nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria all’economia reale, incompatibili con la stabilità monetaria e finanziaria al di là dei comportamenti dei singoli membri e dei loro fondamentali”.
Uno “European safe asset alternativo ai Bund e ai Treasury bill e bond migliorerebbe la razionalità distributiva della creazione monetaria governerebbe taluni disturbi alla stabilità finanziaria e attenuerebbe le divergenze nei tassi di interesse all’interno dell’eurozona”.
“Con questo nuovo strumento non sarebbe più necessario porre vincoli alla libera scelta di investimento delle banche europee”. Secondo Savona si potrebbe ricorrere all’ “Esm- European stability mechanism per emettere un titolo con le caratteristiche richieste da tutti gli investitori globali di liquidità”. E con i fondi raccolti con i safe asset “concedere prestiti agli Stati membri che disporrebbero di una fonte alternativa e a basso costo per il rifinanziamento del loro debito pubblico”.
Riguardo alle criptovalute, Savona ha fatto notare che “la diffusione delle criptovalute è un’altra esperienza dalla quale trarre insegnamento per proteggere il risparmio”.
L’economista e numero uno della Consob ha affermato che “l’ideale sarebbe che l’uso di questo strumento, per ora paramonetario se non proprio finanziario, diventi monopolio pubblico, come accaduto per la moneta di base. Alcuni Stati si stanno muovendo in questa direzione, ma l’iniziativa privata mostra di essere più pronta a cogliere l’innovazione e a porre il suo dominio su di essa. Se così accadesse il sistema monetario attuale verrebbe sconvolto e il sistema finanziario coinvolto; diverrebbe problematico il controllo della quantità di moneta e, ancor più, la sua riconduzione nell’alveo pubblico”.
Sulle nuove tecnologie, l’ex ministro sottolinea:
“Non sempre il significato e le implicazioni delle moderne tecniche sono correttamente percepite e i ritardi nel loro utilizzo e la persistenza di costi elevati continuano a dominare le gestioni del risparmio. I termini ricorrenti di artificia/ intel/igence e b/ockchain vengono non di rado erroneamente presentati dai gestori del risparmio che attuano una strenua difesa di metodi ormai obsoleti, come una complicazione, se non un vero e proprio nuovo rischio rispetto all’uso delle tecniche finanziarie consuete”.