Consumi: Confcommercio, il 2021 si chiude a +5,1%. E’ però alert per il turismo
“La nuova ondata pandemica, insieme a inflazione e caro energia, sta raffreddando consumi e ripresa economica. Una ripresa che per migliaia di imprese – come quelle del turismo – non è mai arrivata pienamente”. A lanciare l’alert è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando il consuntivo 2021 elaborato dall’ufficio studi di Confcommercio.
Consumi: +5,1 nel 2021 ma preoccupa il turismo
La buona notizia è che il 2021 si chiuderà con una crescita del Pil del 6,2% e dei consumi del 5,1%. Risultati che, nonostante siano in larga parte ‘rimbalzi statistici’, “testimoniano comunque una grande vitalità del tessuto produttivo del Paese le cui performance non erano affatto scontate”. La cattiva notizia è legata alla situazione di alcuni settori, a cominciare dalla filiera turistica e dall’area della cultura e del tempo libero, che non hanno mai partecipato pienamente a questa ripresa e che sono ancora molto distanti dai livelli del 2019: ristorazione e alberghi, infatti, registrano una perdita di consumi, rispettivamente, del 27,3% e di quasi il 35%, i servizi culturali e ricreativi del 21,5%. Ci sono anche altri comparti con cali a doppia cifra, come i trasporti (-16%) e l’abbigliamento e le calzature (-10,5%). Questo il quadro che emerge dal consuntivo 2021 elaborato dall’ufficio studi di Confcommercio.
Secondo Confcommercio, “è evidente che il recupero prosegue più lentamente del previsto e per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023”. Per una ripresa più robusta bisognerà, dunque, attendere condizioni macroeconomiche più favorevoli, anche perché la nuova ondata pandemica, con le conseguenti restrizioni e, soprattutto, l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischiano di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane: l’eccesso di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni difficilmente troverà sbocchi favorevoli in condizioni di nuova incertezza pandemica e inflazionistica.
Sangalli esorta il Governo a procedere con sostegni ai settori più colpiti
Nell’analisi di Confcommercio, in questo contesto diventa indispensabile sostenere in particolare le componenti della filiera turistica e le sue estensioni alla convivialità e alla cultura adottando misure sugli ammortizzatori sociali, senza aggravi di costo per le imprese, e sull’accesso al credito, ma anche interventi fiscali e contributi a fondo perduto parametrati alle perdite subite. Il presidente Sangalli esorta infine il Governo a “procedere subito con i sostegni ai settori più colpiti, a cominciare dal rinnovo della cassa Covid e delle moratorie fiscali e creditizie”.
UNC: dati preoccupanti
Dati che Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, definisce “preoccupanti”. “Il ritorno alla normalità non risolve il fatto che le famiglie sono ormai in grande difficoltà. I consumi sono al palo perché la condizione economica delle famiglie è peggiorata durante la pandemia e quindi quelli non strettamente necessari continuano a essere rinviati”, avverte Dona spiegando che “il caro bollette di luce e gas e il decollo dei prezzi sta aggravando una situazione già compromessa. Se non si frena subito l’inflazione, il potere d’acquisto scenderà con ulteriori pesanti ripercussioni sui consumi”. Secondo Dona, serve anche una politica dei redditi e un sistema fiscale che sostenga i ceti meno abbienti” conclude Dona.
Istat: movimento turistico in ripresa ma ancora lontano dai livelli del 2019
Una istantanea sullo stato attuale del turismo, e più precisamente del movimento turistico in Italia tra gennaio e settembre 2021 arriva stamattina proprio dall’Istat. Nel 2021 i flussi turistici di tutti i Paesi europei sono ancora profondamente segnati dalla pandemia da Covid-19, che ha fortemente limitato la mobilità delle persone. Eurostat stima, infatti, che il numero delle notti trascorse (presenze) nelle strutture ricettive nell’Unione europea (UE 27) sia pari a circa 1,1 miliardi nei primi otto mesi del 2021, valore analogo a quello dello stesso periodo del 2020, ma inferiore di circa il 50% rispetto al 2019, anno precedente la pandemia. Tra i Paesi che mostrano il maggiore decremento di presenze rispetto allo stesso periodo del 2019 risultano: Malta (-65,4%), Lettonia (-58,7%), Ungheria (-57,8%) e Portogallo (-56,2%). A seguire la Spagna che, con un calo del 54,6%, perde la prima posizione nella graduatoria europea per numero di presenze e cede il passo all’Italia (in prima posizione nel 2021) e alla Germania (in seconda posizione).
Relativamente ai primi nove mesi del 2021, infatti, i dati provvisori del nostro Paese mostrano un trend meno negativo della media europea rispetto al 2019, con le presenze negli esercizi ricettivi che diminuiscono del 38,4% (145 milioni di presenze in meno) e gli arrivi del 46,5%.