Consumi giù, famiglie riducono acquisti anche sul cibo. Per la prima volta frena l’e-commerce
Decisa frenata delle vendite al dettaglio, che segnala una battuta d’arresto dei consumi, componente essenziale per la crescita economica del paese. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, le vendite al dettaglio sono scese a settembre dello 0,8%, facendo peggio del -0,1% previsto dagli analisti. Il mese prima, ad agosto, le vendite erano ancora in crescita (+0,6%). Su base annua, quindi nei confronti di settembre 2017, le vendite sono diminuite del 2,5%. Un segnale scoraggiante in vista del Natale e dopo i deboli riscontri giunti da Pil, Pmi manifatturiero e da ultimo Pmi servizi, che è sceso sotto la soglia di espansione dei 50 punti (a 49,2 punti), sui minimi di maggio 2006.
Guardando da vicino i dati si rileva che le famiglie italiane hanno ridotto gli acquisti anche nel settore alimentare. L’Istat precisa infatti che la variazione negativa riguarda soprattutto i beni non alimentari (-1,1%) ma non risparmia i beni alimentari (-0,3%). I piccoli negozi sono quelli che hanno subito la più drastica contrazione delle vendite, con un calo del 4,3% su anno, e per la prima volta anche l’e-commerce subisce una sensibile frenata, aumentando solo del +2,7% rispetto a settembre 2017.
“Si tratta di segnali fortemente negativi soprattutto in vista del prossimo Natale – ha commentato il presidente di Codacons, Carlo Rienzi – e che potrebbero avere conseguenze pesanti sui consumi legati alle prossime festività”.
Vendite giù del 15% negli ultimi dieci anni per i piccoli negozi
Se poi si confrontano i dati di oggi con quelli pre-crisi del settembre 2008, le vendite totali sono inferiori del 5,3%. Ma mentre la grande distribuzione, nonostante il calo di oggi, ha recuperato quanto perso durante la recessione, registrando un incremento del 6,1%, i piccoli negozi sono ancora nel tunnel della crisi. Secondo i dati elaborati dall’Unione Naizonale dei Consumatori, rispetto a 10 anni fa, le vendite complessive sono ancora inferiori del 15,5%.