Consumi riprendono a salire, ma di poco. Allarme per i piccoli negozi
Rimbalzo dei consumi in Italia. Dopo il calo (-0,5%) di gennaio, le vendite al dettaglio sono tornate a salire a febbraio segnando un +0,4%, meglio dello +0,3% atteso dagli analisti. Lo ha rilevato l’Istat, precisando che ad aumentare sono state sia le vendite di beni alimentari, sia quelle di beni non alimentari. Tuttavia, su base annua, quindi nei confronti di febbraio 2017, le vendite hanno evidezniato un calo dello 0,6%. “I dati di oggi ci dicono che i consumi sono ancora al palo – ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – A fronte di una crescita dello zero virgola su base mensile, scendono le vendite su base annua”. Se si confrontano i dati di oggi con quelli pre-crisi del febbraio 2008, le vendite totali sono ancora inferiori dell’8%.
Scatta l’allarme per i piccoli negozi
Guardando nel dettaglio i dati, emerge come la ripresa dei consumi stenti soprattutto per i negozi di piccole dimensioni, che vedono crollare le vendite dell’1,7% su base annua con un trend fortemente negativo sia per i prodotti alimentari che per i non alimentari. Confrontando con i livelli pre-crisi, i piccoli negozi hanno perso addirittura il 15,4%. A pesare i grandi centri commerciali e l’e-commerce. Rispetto a dieci anni fa, la grande distribuzione ha recuperato le vendite perse durante la crisi, anche se segna solo un +0,2% a febbraio.
No ad aumento Iva
Alla luce di questi dati, le associazione dei consumatori chiedono a gran voce di evitare il previsto aumento dell’Iva. “Il rincaro dell’Iva – sostiene la Coldiretti – colpirebbe anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10 per cento e vino e birra con aliquota al 22% con effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose e sull’andamento dei consumi in settori come quello alimentare che è determinante per sostenere la ripresa in atto”. La spesa alimentare in Italia è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi.