Finanza Notizie Italia Conte: si a flat tax. E gli italiani hanno diritto a salario minimo orario e reddito cittadinanza

Conte: si a flat tax. E gli italiani hanno diritto a salario minimo orario e reddito cittadinanza

5 Giugno 2018 13:20

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla al Senato chiedendo al Parlamento la fiducia al suo governo M5S-Lega. I temi affrontati sono diversi.

Conte parla di migranti, dicendo stop al business dell’immigrazione; presenta quelli che sono, secondo la linea del neo esecutivo, i diritti che devono essere garantiti ai cittadini italiani, come il salario minimo orario e il reddito di cittadinanza; parla dell’intenzione di far rimanere l’Italia nella Nato ma anche della volontà di aprire alla Russia; ribadisce che l’Europa è “la nostra casa”, ma che deve essere più forte ed equa.

Più volte il premier sottolinea come questo governo sarà diverso da quelli precedenti, mettendo in evidenza l’intenzione di rompere con un passato in cui la politica era, a suo avviso, politica di palazzo, fatta di conciliaboli e di riunioni segrete dove le decisioni venivano prese nell’ombra.

Le parole chiave del suo discorso sono ‘stagione nuova’, ‘cambiamento’, ‘vento nuovo’.

“Rispetto alle prassi che prevedevano valutazioni scambiate nel chiuso di conciliaboli tra leader politici, inauguriamo una stagione nuova, non nascondendo rinunce reciproche nel segno della trasparenza e della chiarezza verso gli elettori. Presentarsi oggi nel segno del cambiamento non è retorica o propaganda, ma la necessità di aprirsi a un vento nuovo che soffia da tempo nel paese e che ha portato alle elezioni ad una geografia del consenso politico completamente inedita”.

Conte tira anche in ballo la sua inesperienza politica, che più volte è stata discussa e messa in risalto dalla stampa nazionale e internazionale.

“Come è noto non ho pregresse esperienze politiche. Sono un cittadino che, in virtù dell’esperienza di studio e professionale maturata, si è dichiarato disponibile, nel corso della campagna elettorale, ad assumere eventuali responsabilità di governo con una delle due forze politiche e, successivamente, ad accettare l’incarico di formare e dirigere il Governo, rendendosi anche garante dell’attuazione del “Contratto per il Governo del cambiamento”.

Il premier si definisce dunque un semplice cittadino, che vuole farsi però garante di quel contratto di governo in cui sono incluse le promesse della Lega e del M5S.

Proprio sui punti cruciali del contratto di governo, viene sottolineata l’intenzione dell’esecutivo di dare la massima priorità ai diritti sociali.

“Il cambiamento, come appena anticipato, sarà anche nei contenuti. Cambia ad esempio il fatto che la prima preoccupazione del governo saranno i diritti sociali, che nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente smantellati con i risultati che conosciamo: milioni di poveri, milioni di disoccupati, milioni di sofferenti. E’ ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa, che hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque”.

Sul reddito di cittadinanza:

“L’obiettivo del Governo è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico. Il beneficio verrà commisurato alla composizione del nucleo famigliare e sarà condizionato alla formazione professionale e al reinserimento lavorativo. Ci proponiamo, in una prima fase di rafforzare i centri per l’impiego, in modo da sollecitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili. Nella seconda fase, verrà erogato il sostegno economico vero e proprio”. Ancora, “ci premureremo di intervenire  anche a favore dei pensionati che non hanno un reddito sufficiente per vivere in modo dignitoso, introducendo una pensione di cittadinanza”.

Il debito pubblico italiano? Conte presenta quello che sarà l’approccio, suo e di tutta la squadra di governo:

“C’è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare”.

Non viene certo dimenticato l’altro perno attorno a cui gira il contratto di governo: la flat tax.

“L’obiettivo è la ‘flat tax’, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell’imposta, in piena armonia con i principi costituzionali. Solo così sarà possibile pervenire a una drastica riduzione dell’elusione e dell’evasione fiscale, con conseguenti benefici in termini di maggiore risparmio di imposta, maggiore propensione al consumo e agli investimenti, maggiore base imponibile”.

Conte conia anche il termine di alleanza finanziaria tra lo Stato e i contribuenti:

“È necessario rifondare il rapporto tra Stato e contribuenti, all’insegna della buona fede e della reciproca collaborazione tra le parti”. Il premier fa riferimento alla necessità di creare una “alleanza finanziaria”, dello stesso tipo di quella “alleanza terapeutica tra medico e paziente”.

“Ma un concetto deve essere qui ribadito con assoluta chiarezza: occorre inasprire l’esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori“.

A chi teme la minaccia del populismo, la risposta è nelle parole dello stesso scrittore russo Dostoevskij:

“Le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere ‘populiste’ e ‘anti-sistema’. Sono formule linguistiche che ciascuno può declinare liberamente. Se ‘populismo’ è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente – prendo spunto da riflessioni di Dostoevskij tratte dalle pagine di Puskin -, se ‘anti-sistema’ significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni“.

E, a proposito di russi, il premier mette i puntini sulle “i”:

“Intendiamo preliminarmente ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa”.

Così come viene presentato l’approccio che si intende utilizzare per risolvere la crisi dell’immigrazione:

“Metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà”.

Viene rotto il silenzio sulla tragedia che ha visto protagonista il migrante dal Mali ucciso due giorno fa, Soumaila Sacko, alla cui famiglia Conte rivolge un “commosso pensiero”.

“Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno or sono. Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità“.

Il premier ringrazia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il modo in cui ha gestito la grave crisi istituzionale che ha accompagnato la nascita del governo M5S-Lega.

“Saluto il presidente della Repubblica, che rappresenta l’unità nazionale e ha accompagnato le prime non facili fasi di formazione del governo“.

Un’altra questione insoluta che sta a cuore agli italiani è quella delle pensioni d’oro e dei vitalizi dei parlamentari:

Occorre operare un taglio alle pensioni e ai vitalizi dei parlamentari, dei consiglieri regionali e dei dipendenti degli organi costituzionali, introducendo anche per essi il sistema previdenziale dei normali pensionati”.

“Le cosiddette pensioni d’oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati. Opereremo risparmi in tutte le sedi possibili e sono convinto che ci ritaglieremo ampi margini di intervento e conseguiremo risultati significativi”.