Conte vuole i Benetton fuori da Autostrade, titolo Atlantia trema. Ma si cerca accordo in extremis
La nuova proposta di Atlantia non ha fatto breccia nel governo, in particolare il M5S continua nel suo diktat sulla revoca, con unica soluzione alternativa rappresentata da un’uscita dei Benetton dal capitale di Autostrade. A 24 ore dal consiglio dei ministri che dovrà decidere sul futuro della concessione autostradale lo scenario appare ancora molto intricato anche se le parole di oggi del premier Giuseppe Conte danno già un chiaro indizio circa l’intransigenza del governo.
“I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati”, sono i virgolettati di Giuseppe Conte riportati da La Stampa. “Hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così – continua Conte – . Porterò la questione della revoca in Consiglio dei ministri e decideremo collegialmente, ma non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici“.
Stessi toni quelli riportati da Il Fatto Quotidiano. “È inaccettabile la pretesa di Aspi di perpetuare il regime di favore in caso di nuovi inadempimenti degli obblighi di concessione”. “I Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani”.
Sviluppi che non fanno bene al titolo Atlantia, sotto il fuoco delle vendite a Piazza Affari (titolo non ha fatto prezzo per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo).
Il mercato teme una revoca della concessione autostradale anche se i giochi sembrano ancora aperti e la giornata di domani non necessariamente sarà decisiva, con la possibilità di un rinvio di 1-2 giorni del CdM chiamato a decidere il futuro di Aspi.
Governo lavora a una mediazione
I maggiori investimenti e tagli dei pedaggi proposti da Atlantia nella lettera inviata sabato al MIT non hanno convinto l’ala più intransigente del governo, rappresentata dal M5S. La revoca non appare comunque l’opzione principale del governo che lavora a una mediazione difficile, ma possibile, partendo da quanto proposto da Atlantia. L’Ansa riporta la possibilità di un accordo in due fasi; prima il via libera alla proposta dell’azienda e poi l’aumento di capitale volto a ridimensionare la presenza dei Benetton in Aspi.
Atlantia detiene l’88% di Aspi e rispetto alle ipotesi dei giorni scorsi che erano di una discesa al 49% o al 30%, adesso c’è addirittura l’ipotesi di un quasi azzeramento al 5%; una mossa che permetterebbe al M5s di dire che i Benetton sono sostanzialmente fuori da Aspi.
In tal caso un nodo importante da sciogliere sarà quello della valutazione di Autostrade. Considerando il taglio dei pedaggi il valore potrebbe aggirarsi sui 9 miliardi, ben sotto i 14,8 mld di due anni fa quando entrarono nel capitale Allianz e un fondo cinese.
L’operazione potrebbe prendere forma coinvolgendo una sorta di cordata composta da Cdp, Unipol, Generali, Poste Vita, coinvolgendo anche un fondo quale Macquarie; in tal modo si eviterebbe di etichettarla come nazionalizzazione riuscendo, stando ad alcune fonti finanziarie riportate da La Stampa, a mettere in campo risorse tra i 5 e i 7 miliardi.