Contratto bancari: maggiori tutele e aumento salariale, sindacati pronti a scendere in piazza
Entra nel vivo il confronto tra le banche e i sindacati sul rinnovo del contratto collettivo che riguarda circa 300mila lavoratori impiegati nel settore del credito in Italia. Dal prossimo 3 aprile inizieranno le assemblee per presentare la nuova proposta di contratto, la cosiddetta piattaforma sindacale, che prevede un aumento salariale, una maggiore tutela e una migliore gestione delle tecnologie. Un iter che dovrebbe concludersi il 24 maggio. Poi la piattaforma sarà presentate all’Abi.
Aumento di 200 euro in busta paga
Riguardo l’aspetto economico, la proposta avanzata dai sindacati prevede un aumento di 200 euro lordi mensili, per tenere conto delle dinamiche inflattive del triennio 2019-2021 e della maggiore produttività. Negli ultimi 10-15 anni, in scia alla crisi economica, si è registrata infatti una riduzione dei livelli occupazionali nelle banche, che in molti casi hanno registrato performance positive (9,3 miliardi di utili nel 2018). Ciò si è tradotto in un incremento della produttività di oltre 9 punti, che sono andati però a remunerare quasi esclusivamente il capitale, in quanto i salari sono rimasti sostanzialmente fermi. “È giunto il momento di riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori l’aumento di produttività e una redistribuzione degli utili verso il basso!”, sostengono i sindacati dei bancari.
La cabina di regia tecnologica e la gestione degli Npl
La richiesta economica è solo però un capitolo del negoziato per il rinnovo del contratto dei bancari e si accompagnerà ad altri temi altrettanto importanti, come quello della digitalizzazione e degli Npl. “Considerato l’impatto dei processi di digitalizzazione e delle relative ricadute, su lavoratrici e lavoratori, è necessario istituire un Organismo bilaterale che funzioni da cabina di regia di tali processi”, è la proposta dei sindacati.
Ma non solo multicanalità e digitalizzazione dei processi. La trasformazione in atto vede anche mutate esigenze professionali del settore, sempre più rivolto ad attività di consulenza e a nuovi prodotti (1000 mld di prodotti assicurativi venduti tramite i canali bancari) e l’irruzione di nuovi competitor non bancari. A questo riguardo, i sindacati puntano ad applicare il contratto dei bancari a tutti i soggetti vigilati: “l’insieme delle funzioni che caratterizzano l’attività bancaria è inscindibile e non esternalizzabile”, si legge nella piattaforma sindacale, per cui la filiela del credito non si può spezzare. E quindi, la stessa gestione degli Utp e degli Npl deve essere compresa all’interno dell’area contrattuale. Necessario anche approfondire l’argomento dei consulenti e promotori finanziari, finora non affrontato da Abi nonostante le richieste sindacali.
Maggiori tutele e controlli
Il nuovo contratto dovrà però sancire l’eliminazione di politiche commerciali improprie e delle relative pressioni sulle lavoratrici e i lavoratori, rilanciando una corretta relazione con il cliente e realizzando, quindi, una reale tutela del risparmio. E qui il riferimento è alle vicende del recente passato che hanno causato ingenti danni ai risparmiatori. I sindacati chiedono di recuperare gli effetti della legge 190/1985 che responsabilizza il datore di lavoro a sollevare dal rischio patrimoniale ogni lavorattore in tutti i casi di colpa, indipendentemente dal suo grado: lieve, media
o grave.