Crisi governo: se Di Maio bacchetta Salvini su spread. Intanto Giorgetti evoca elezioni anticipate
Che il governo dei populisti litighi sullo spread, in vista dell’appuntamento delle elezioni europee, e che la Lega batta il M5S nel criticare i vincoli posti da Bruxelles sui deficit e debiti dei paesi Ue, starà spiazzando non poco gli elettori dei due partiti.
Di colpo, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio appare come una sorta di paladino dei conti pubblici italiani, mentre Salvini sembra quasi grillino. In realtà, in questa gara apparente di populismo che in Italia sta precedendo l’appuntamento elettorale imminente, Salvini aveva già in qualche modo ‘rubato’ la retorica contro le banche tipica del M5S, laddove era arrivato a dire che “il 26 maggio c’è un referendum sull’Europa: da una parte l’Europa delle elite, dei poteri forti e delle banche, dall’altra l’Europa dei popoli”. Una frase, concorderanno in molti, che sembra più pentastellata che non leghista.
Parlando da Zingonia, in provincia di Bergamo, il vicepremier aveva così tuonato: “Le regole di quest’Europa hanno portato povertà e giovani in fuga, noi abbiamo un’altra idea. Alcune regole europee se sono contro gli italiani saranno ignorate e superate, perchè prima viene il diritto al lavoro e il diritto alla salute”.
Ma quello contro le banche è stato evidentemente per Salvini solo il primo atto contro Bruxelles, viste le frasi bomba rilasciate ieri, quando si è detto pronto a infrangere, se servirà, i limiti del 3% di deficit e del 130-140% del debito.
“Fino a che la disoccupazione non sarà dimezzata in Italia, fino a che non arriveremo al 5%, spenderemo tutto quello che dovremo spendere”, ha sottolineato a Verona all’inaugurazione della nuova sede della Cdp, dichiarando praticamente guerra all’Ue.
E la sorpresa, stavolta, è che la dose non è stata rincarata dal suo collega vicepremier M5S Luigi Di Maio. Anzi, nell’arena politica in queste ore si parla della metamorfosi improvvisa e anche ipocrita – come affermano le opposizioni – del leader pentastellato, che in passato si era messo in evidenza proprio per i commenti infuocati indirizzati ai vari Trattati di Maastricht etc dell’Unione europea.
“E’ irresponsabile – ha detto invece Di Maio, parlando da Perugia – fare aumentare lo spread come sta accadendo in queste ore, parlando di sforamento rapporto debito-Pil, che è ancor più preoccupante dello sforamento deficit-Pil. Questo è un paese che ha 300 miliardi di euro di evasione fiscale, si possono recuperare un sacco di risorse”.
Il vicepremier ha aggiunto: “Prima di spararle sul debito-Pil, mettiamoci a tagliare tutto quello che non è stato tagliato in questi anni di spese inutili, di grande evasione e di spending review anche per gli enti locali”.
Per capire la metamorfosi elettorale di Di Maio, basta riprendere alcune sue frasi sullo spread proferite mesi fa, in particolare quella dello scorso agosto, quando lo spread era a quota 280 e il vicepremier commentava: “Non ci faremo ricattare dal mercato”.
In quell’occasione, (per capire anche come i rapporti tra i due partiti di governo, ed evidentemente anche le convinzioni, si siano ribaltati in vista delle elezioni europee) Di Maio aveva risposto a Giorgetti, che aveva lanciato alla vigilia un allarme sulla presenza di “fondi speculativi” pronti ad attaccare l’Italia e “il governo populista mal tollerato”.
Il leader M5S aveva risposto: “Non credo che avremo un attacco speculativo: è solo una speranza delle opposizioni. Non siamo ricattabili”. Così facendo, Di Maio aveva snobbato platealmente i segnali provenienti dal mercato dei titoli di stato italiani.
Il suo improvviso dietrofront, ora, confermato con il monito rivolto a Salvini per la frase proferita sullo spread, viene messo in rilievo da diversi politici dell’opposizione.
Su Twitter il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci ha scritto:
“Lo spread stamani sfiora quota 290 ma non disturbiamo Salvini e Di Maio che, poverini, devono affrontare la campagna elettorale. L’Italia va a picco ma il governo deve scontrarsi sui grembiulini, la canapa, il contratto di Fazio. Incredibile ma vero”.
Stoccata contro il M5S da parte della leader dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che, in un intervento a “Mattino Cinque” su Canale 5, ha consigliato ai pentastellati di fare pace con il cervello:
“Il M5S si metta d’accordo e faccia pace con il cervello: oggi risponde a Salvini che sforare il rapporto deficit-pil è ‘irresponsabile’ ma solo pochi mesi fa Di Maio brindava per lo sforamento al 2,4%. In ogni caso il punto non è se spendere o meno i soldi in deficit ma per cosa si spendono quei soldi, che non sono tuoi ma dei tuoi figli. Se servono per lasciar loro qualcosa, come ad esempio per portare l’Alta velocità fino in Sicilia, lo puoi fare. Se invece li usi per le marchette elettorali sei un irresponsabile. Ed è quello che ha fatto questo Governo”.
In questo caos la crisi di governo viene considerata più probabile dallo stesso sottosegretario del Carroccio Giancarlo Giorgetti, che a Porta a Porta ha evocato per la prima volta le elezioni anticipate.
“Questo stato” di conflittualità fra i due partiti “se continua dopo il 26 maggio è insostenibile, ma sono convinto che dopo ci sarà un altro indirizzo per la convivenza e un altro metro di lavoro”.
Giorgetti però ha confermato anche che “Salvini e Di Maio non si parlano, si mandano i tweet e le raccomandate”. Dal canto suo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Salvini ha invece insistito che “non c’è alternativa a questa maggioranza”, rilanciando: “Andiamo avanti ma basta attacchi”.