Crollo fiducia sulla ripresa: solo il 23% delle aziende vede crescita nei prossimi mesi
Crolla la fiducia per una ripresa nei prossimi mesi. In Italia l’ottimismo economico è diminuito di 10 punti percentuali rispetto a fine 2019, con solo il 23% delle aziende che vede una crescita nei prossimi 12 mesi. La performance italiana segue il trend di forte peggioramento su scala mondiale (-16%) che tocca il livello più basso dall’ultima crisi. Un quadro di incertezza generale che riflette un clima di pessimismo sulle aspettative future verso i fattori chiave della crescita economica quali fatturato, redditività e occupazione.
Secondo l’indagine condotta dal gruppo di consulenza Grant Thornton, solo il 24% delle aziende italiane si aspetta un aumento dei ricavi nei prossimi 12 mesi, dato in netta caduta rispetto al 42% registrato nel 2° semestre 2019. Al contrario, il 40% si aspetta una diminuzione. Una quota importante di aziende, pari al 65%, si aspetta che il Covid-19 avrà un impatto negativo sui ricavi che, secondo le aziende intervistate, diminuiranno in media a livello globale del 9,7% nel 2020 a causa degli effetti della pandemia.
In Italia, diminuisce (-18%) il numero delle imprese che pianificano di investire nella qualità dei prodotti e servizi, con solo il 29% delle imprese che prevede di aumentare le spese in R&S nei prossimi 12 mesi. Dati negativi anche sulla crescita dell’export, sul quale la percentuale delle imprese ottimistiche è più che dimezzata passando dal 38% del 2019 al 16% di quest’anno.
Brutte notizie anche per quanto riguarda l’occupazione. Scende infatti il numero delle aziende italiane che prevede di assumere nuovo personale nel prossimo anno (dal 36% al 21%), con un calo pressoché identico all’Unione Europea (dal 36% al 20%). Complice di questa situazione gli impatti drammatici della pandemia da Covid-19 sul mercato del lavoro, che ha fatto sì che il solo 28% delle aziende del mondo prevede di assumere nuovo personale nei prossimi 12 mesi (45% nel 2° semestre 2019).
Un dato, quest’ultimo, che arriva mentre dal mercato del lavoro arriva un nuovo segnale di peggioramento, seppur contenuto grazie al blocco dei licenziamenti. Secondo i dati Istat, il tasso di occupazione scende lievemente, attestandosi a giugno al 57,5% (-0,1 punti percentuali), mentre il tasso di disoccupazione risale all’8,8% (+0,6 punti) e, tra i giovani, al 27,6% (+1,9 punti). Nella media del secondo trimestre 2020, rispetto al primo, l’occupazione risulta in evidente calo (-2,0% pari a -459mila unità) per entrambe le componenti di genere a causa dell’emergenza Covid. Mentre nel confronto con l’anno precedente, il tasso di occupazione scende in un anno di 1,8 punti. Da febbraio, mese in cui è socppiata l’emergenza sanitaria in Italia, il livello dell’occupazione è sceso di circa 600 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di oltre 700 mila unità. In quattro mesi, il tasso di occupazione perde un punto e mezzo.