DBRS getta acqua sul fuoco rischio Italia. E loda banche per riduzione crediti deteriorati
Una notizia positiva per il debito pubblico italiano, assediato il più delle volte da avvertimenti nefasti, soprattutto in questo momento in cui il governo italiano è in rotta di collisione con Bruxelles in merito alla legge di bilancio, arriva dall’agenzia di rating DBRS, che getta acqua sul fuoco.
DBRS non è “eccessivamente preoccupata per il previsto deterioramento del deficit fiscale dell’Italia, a condizione che i fondamentali economici dell’Italia non si deteriorino”.
L’assist, praticamente, deve continuare ad arrivare dalla crescita economica. Peccato però che, a seguito dei dati riportati dall’Istat, la nota dolente rimane proprio quella: il Pil è rimasto praticamente fermo nel terzo trimestre, provocando, oltre al timore che l’ottimismo del governo M5S-Lega sia eccessiva, anche il taglio delle stime da parte di alcuni analisti. Altro campanello di allarme dal dato diffuso stamattina, quello del Pmi manifatturieroche è scivolato sotto la soglia dei 50 punti a ottobre per la prima volta dal 2016. Praticamente l’indice ora è in fase i contrazione.
Detto questo, DBRS ritiene che “i rischi per la stabilità finanziaria causati dall’ampliamento dei rendimenti dei titoli sovrani italiani appaiano per il momento contenuti”. Nessun alert particolare, dunque, per l’effetto che l’aumento dei tassi dei bond italiani potrebbe avere sulla stabilità finanziaria del paese.
Commento positivo anche per le banche italiane, che hanno fatto “progressi nella riduzione dello stock di crediti deteriorati e nel rafforzamento delle riserve di capitale. Inoltre, l’occupazione totale è ora al di sopra dei livelli pre-crisi e l’esposizione verso l’estero è migliorata negli ultimi anni”.
In un’altra nota sugli stress test lanciati congiuntamente dall’Eba e dalla Bce, l’agenzia di rating DBRS ha fatto notare che “gli scenari macro e di mercato avversi degli stress test sono più severi di quello che è stato condotto nel 2016″.
Tuttavia, ha aggiunto, i presupposti sullo spread sovrano sono meno gravi rispetto a quelli che DBRS evede in uno scenario caratterizzato da un aumento della frammentazione politica (che è lo shock incluso nello scenario avverso)”.
I risultati ufficiali degli stress test Eba-Bce verranno resi noti solo stasera ma, stando ad alcune indiscrezioni stampa, le banche italiane hanno superato la cruciale prova del nove. I rumor vengono diffusi sia da Il Messaggero che da Il Sole 24 Ore.
In particolare le quattro grandi banche italiane che sono state sottoposte agli stress test Eba-Bce, ovvero UniCredit, Intesa SanPaolo, Ubi Banca e Banco BPM hanno passato il test, presentando tutte indici di solidità patrimoniali (Cet1 ratio) superiori a quella soglia minima del 5,5% che è stata fissata nello scenario più avverso.