Decontribuzione giovani sarà strutturale, verso tetto a 4.030 euro annui
Prende sempre più forma l’attesa misura del governo per incentivare l’assunzione dei giovani. Nell’incontro di ieri con i sindacati, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha ribadito che la riduzione dei contributi sarà del 50% con una durata triennale. Stando alle ultime indicazioni l’intento del governo è di rendere tale misura permanente. Il costo del bonus giovani dovrebbe aggirarsi inizialmente sul miliardo di euro per poi salire a 2 miliardi a regime. La misura, come rimarcato più volte dal ministro Padoan, sarà un punto focale della prossima Legge di bilancio 2018 e, stando alle stime del governo, dovrebbe attivare un effetto positivo sull’intero mercato del lavoro aggiungendo 300 mila posti di lavoro l’anno nel prossimo triennio.
Si lavora per estendere la decontribuzione fino ai 32 anni
Non sono ancora definiti tutti i dettagli tecnici del bonus giovani. In particolare la platea di giovani a cui destinare la misura non è ancora definita. Rispetto all’ipotesi base di 29 anni, l’esecutivo ragiona anche sulla possibilità di estendere la misura fino a 32 anni, mentre appare altamente improbabile arrivare ai 35 anni richiesti dai sindacati. Inclusione anche di fasce d’età più elevate andrebbe a creare infatti dei maggiori problemi di copertura.
I dettagli della misura, che saranno definiti nelle prossime settimane, dovrebbero vedere un tetto di 4.030 euro annui per la decontribuzione, superiore rispetto ai 3.250 dell’ultima versione della decontribuzione generalizzata che era prevista dal Jobs Act.
Tra i paletti per le imprese ci dovrebbe essere quello di non dover licenziare nei 6 mesi precedenti l’assunzione incentivata e non licenziare nei sei mesi successivi.